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10 domande sulla nuova Serie A - Crampi Sportivi

10 domande sulla nuova Serie A

Rispondiamo a domande arrivate dalla community di Crampi, e ad alcune che ci siamo posti in redazione sulla nuova Serie A

Gran parte dello spettacolo di questo campionato gira attorno alla sfida rinnovata tra la nuova Juventus di Andrea Pirlo e l’Inter del confermato Antonio Conte. Tra gli altri temi chiacchierati in questa barbershop conversation si parla anche delle possibili rivelazioni, alcune conferme e ovviamente i giovani da tenere d’occhio.

La superiorità incontrastata della Juventus sembra essere arrivata al momento più traballante, ritenete che l’Inter si stia comportando un po’ troppo in sordina, proprio nel momento in cui potrebbe ritornare in cima alla classifica?

Risponde Luigi Di Maso

Il processo di continuità dettato dalla conferma di uno come Antonio Conte in panchina, e in parte una serie di acquisti di qualità come Hakimi, Kolarov e il pupillo dell’allenatore Vidal, mi fanno pensare a tutto tranne a una squadra che si sta muovendo in sordina.

Vero anche che il mercato dell’Inter va analizzato su due volti, in questo caso la faccia meno sorridente è quella delle cessioni e gli eccessi. Mi riferisco a Nainggolan e Perisic che oltre a privare Marotta di una certa fluidità di mercato, sono giocatori da riconsiderare dal punto di vista tecnico all’interno di un progetto che prende sempre di più i contorni del disegno voluto da Conte.

Anche se il tempo a disposizione resta poco, e costatato che le due settimane e poco più al termine del mercato saranno usate più per sfoltire che per puntellare, l’Inter e i suoi vertici stanno cercando di sgonfiare gli entusiasmi eccessivi per poter lavorare nella massima serenità alla rincorsa di una Juventus mai così raggiungibile rispetto al passato.

Se da una parte i bianconeri si sono permessi un acquisto altisonante come Ronaldo negli ultimi anni, il direttore Piero Ausilio interrogato sulla questione Messi ai microfoni dei maggiori media italiani al Grand Hotel di Rimini, ha fatto decollare un Boeing 747 Supertanker per irrorare e quindi spegnere gli entusiasmi dei tifosi con una lunga ed eloquente dichiarazione: “Vorrei usare un termine che non posso. È impossibile, mai esistita. Il termine più giusto sarebbe un altro, è l’occasione per chiarirlo una volta per tutta. L’Inter non può assolutamente permettersi anche solo di pensare a giocatori di questo tipo. Messi è un sogno di tutti ma per noi non sarà mai una realtà. Ha parametri economici inavvicinabili per le nostre possibilità”.

Se lavorare in sordina può vuol dire questo, allora ok.

Per fortuna dell’Inter, nel calcio non sempre le singole individualità riescono a prevalere nel lungo periodo contro un gruppo decisamente più collaudato e con un’idea tattica chiara. Dall’altra parte è pure innegabile il fatto che Pirlo sia un’incognita. Vedremo.

Chi sarà l’allenatore rivelazione dell’anno?

Risponde Gianmarco Lotti

Ci sono molti tecnici da tenere sott’occhio. Ce ne sono anche alcuni che devono confermare lo status di rivelazione ottenuto lo scorso anno: uno di questi è Ivan Juric del Verona, che però sembra sulla strada buona per riuscire a salvare ancora una volta l’Hellas senza rinunciare a gioco e tecnica.

Torniamo alle rivelazioni 2020-21: tra gli allenatori delle venti di Serie A c’è da tenere d’occhio Vincenzo Italiano dello Spezia. Giovane, reduce da tre promozioni di fila, finora non ha mai deluso in carriera. Allena una neopromossa che sulla carta in molti danno già come ventesima, retrocessa e spacciata. Italiano l’anno scorso in B è stato il tecnico più interessante – seguito a ruota da D’Angelo del Pisa e Dionisi del Venezia -, non è da escludere che anche in A possa mostrare le sue qualità. Italiano lavora molto sui movimenti del suo Spezia e la parola chiave, per i bianconeri così come per il calcio moderno, è organizzazione: giocando da squadra, lo Spezia può stupire o quantomeno non fare una Serie A da ospite dimenticabile. Il materiale a disposizione non è dei migliori, ma Italiano può porre la basi per un futuro importante, almeno per la sua carriera.

Oltre allo spezzino bisogna guardare con attenzione anche altri profili: Stroppa è un sottovalutato cronico, De Zerbi ormai è quasi offensivo chiamarlo rivelazione, Gotti è silenzioso ma ha idee buone.
Poi c’è la grandissima incognita che risponde al nome di Andrea Pirlo. Per i media italiani è un incrocio tra Guardiola e il Dottor Manhattan; di sicuro è una persona intelligente, ma iniziare la carriera avendo a disposizione Ronaldo, Dybala, Arthur, De Ligt (e tanti altri) rende la strada verso il successo meno ripida.


Chi sarà il primo allenatore esonerato?

Risponde Armando Fico

Il primo allenatore che rischia di saltare quest’anno è Marco Giampaolo. La sua prima stagionale sulla panchina del Toro è infatti da dimenticare.

Il Torino non pare essere una squadra costruita per i principi di gioco dell’allenatore di Bellinzona: poco incisiva, ancor di meno pericolosa, ed il bel giuoco non pervenuto (ma questo, volendo, ci può ancora stare). Il 4-3-1-2 non sembra pienamente poi nelle corde del collettivo granata, con Ansaldi ed Izzo in particolare sofferenza ieri (non è un caso che il gol viola sia venuto proprio sfruttando la fragilità sugli esterni del Toro); senza parlare di Rincon davanti alla difesa: non un playmaker ma più un metodista e leader caratteriale in campo.

In più, alcune giocate individuali di Zaza (quasi tutte da dimenticare, tra l’altro) potrebbero essere il segnale di un collettivo ancora da plasmare ed indirizzare verso un gioco più corale. Insomma, un Cuore Granata che Giampaolo fa ancora fatica a domare.

Tante quindi le incognite che aspettano al varco il tecnico di Bellinzona: gioco, risultati, filosofia, rosa, ambiente. A rendere la miscela ancor più esplosiva, inoltre, ci sono anche gli strascichi della passata stagione, che ha minato profondamente le certezze tanto di Giampaolo quanto del Torino.

Sapranno guarirsi vicendevolmente o le strade finiranno inevitabilmente per separarsi prima del tempo?

Quando si potrà tornare allo stadio?

Risponde Claudio Pellecchia

Dipende da quando la politica politicante e populista e gli svariati personaggi in cerca d’autore (e visibilità) annessi, la smetteranno di usare il calcio come la cassa di risonanza per la propria demagogia d’accatto. In attesa finché si continuerà con “la nostra priorità è la scuola e non il calcio” – come se la gestione delle due questioni fosse alternativa e non concorrente – da Spadafora & co. non mi aspetto nulla più del patetico teatrino degli ultimi mesi.

Ergo ci vorrà tempo, buonsenso, pazienza e una notevole razionalità nel momento in cui il numero dei contagi dovesse ricominciare a salire. Tutte cose di cui non si è avuta abbondanza da marzo in poi. Prima del tardo 2021 difficilmente vedremo uno stadio pieno: e forse è giusto così. Sperando di essere smentiti, ovviamente.

Come benckmark dobbiamo tenere d’occhio la data dell’11 giugno, il giorno dell’inizio degli Europei a Roma. Entro quella data dovremmo già avere alle spalle un certo numero di partite con il pubblico come test per la manifestazione europea, visto che quest’ultima senza pubblico allo stadio non avrebbe motivo di esistere, più delle competizioni nazionali.

Certo che se il punto di partenza è la riapertura a 1.000 spettatori.

Mentre l’Europa ritorna nell’emergenza #COVID19, in Italia riaprono parzialmente gli stadi. Condivido le perplessità dei…

Geplaatst door Dario Nardella op Maandag 21 september 2020

Immobile riuscirà a ripetersi? Chi sarà il capocannoniere?

Risponde Gianluca Losito

Molto probabilmente no, anche perché il regolamento sui falli di mano è diventato un po’ più permissivo -sono passibili di infrazione “soltanto nel caso in cui “immediatamente” si traduca in un goal o in un’ovvia opportunità per il giocatore e/o la sua squadra di segnare un goal” (quote integrale delle nuove direttive IFAB) e nella scorsa stagione i tiri dal dischetto hanno rappresentato il 39% delle reti del napoletano (14 su 36). Inoltre, credo che causa Champions League non sarà così insostituibile come la scorsa stagione: Vedat Muriqi, il nuovo attaccante è stato preso dal Fenerbahce per poco meno di 20 milioni, appositamente per farlo rifiatare quando necessario.

Se dovessi dare una cifra, credo che Ciro arriverà a 23-24 gol: per il titolo di capocannoniere vedo più avanti Romelu Lukaku che Conte cercherà di tenere in campo il più possibile. Dopo una prima stagione brillante in cui Big Rom ha segnato 34 gol in tutte le competizioni, eguagliando il record di Luis Nazario da Lima da esordiente in maglia nerazzurra, quest’anno non ci sarà bisogno neanche dei due mesi di ambientamento, tattico e fisico (era arrivato sovrappeso), che gli era stato concesso lo scorso anno. Romelu Lukaku con 29 gol, subito dopo Ronaldo con 2 marcature in meno.

Quanto ci metterà Kulusevski a prendersi la Juventus?

Risponde Claudio Pellecchia

13 minuti.


Chi sono i giovani più interessanti da seguire in questo campionato?             

Risponde Gianluca Losito

A fare da contraltare ai tanti grandi vecchi di questa Serie A (Ibrahimovic, Ronaldo, Dzeko e Ribery, ma scendendo di grado anche Pandev e Palacio) ci sono molti giovani in rampa di lancio. Con il suo solito ritardo, la Serie A si sta allineando ai trend di team build-up ormai caratterizzanti nel calcio europeo d’èlite: grandi investimenti sui giovani, che rappresentano un asset da ogni punto di vista: più adatti ad un calcio iperatletico e frenetico, ammortizzabili con più serenità nei bilanci, scialuppa d’emergenza in caso d’emergenza dal punto di vista finanziario con la loro esosa vendita (Roma docet).

Se dovessi elencare tutti i giovani che terrò d’occhio in questa stagione rischio di dilungarmi, quindi sceglierò uno per ruolo. Escludendo la porta, dove oltre al solito Donnarumma non ci saranno altri under 23 (nati dopo il 1/1/1998), in difesa scelgo Sebastian Walukiewicz, difensore centrale polacco del nuovo Cagliari di Eusebio di Francesco. Acquistato dal Casteddu a gennaio 2019 dal Pogòn Stettino strappandolo all’Arsenal, Walukiewicz sembra essere perfetto per difendere con EDF: ben strutturato fisicamente (188 cm di un fisico imponente), è particolarmente aggressivo nell’anticipo alto e sa contribuire alla salita del pallone, in particolare con le conduzioni di palla. Deve imparare ad essere meno irruento, ma le basi ci sono tutte: il ds Carta sta cercando un altro centrale di esperienza da affiancargli più bravo nella difesa bassa, per alternare le due fasi: i nomi più gettonati sono quelli di Fazio e Godin.

A centrocampo scelgo Eljif Elmas, alla seconda stagione con la maglia del Napoli: dopo una prima stagione complicata per ragioni ambientali, quest’anno ci saranno tante occasioni per mettersi in mostra sia nel ruolo di mezzala del 4-3-3, sia da esterno nel 4-2-3-1. Gattuso apprezza il “veleno” che mostra quando scende in campo: abbinato alla sua ottima tecnica (è bravissimo nel saltare l’uomo, ha un discreto tiro dalla distanza e se la cava piuttosto bene con entrambi i piedi, preferendo il sinistro) porta a far pensare che la sua esplosione possa essere solo questione di tempo. Per la trequarti scelgo Emmanuel Vignato, fantasista italo-brasiliano classe 2000 del Bologna: non so quanto spazio possa trovare, ma di Mihajlovic tendo a fidarmi. Quanto a estro puro è una delle cose migliori che sia capitata all’Italia negli ultimi 15 anni: davanti ha tanti giocatori interessanti, anche suoi coetanei, ma nessuno ha il suo talento puro. La stagione da titolare in prestito al Chievo (5 gol e 3 assist) può avergli fatto solo del bene. Chiudo con una punta centrale: Eddie Salcedo, italo-colombiano classe 2001 attualmente all’Inter, dovrebbe tornare in prestito al Verona. L’anno scorso non ha avuto molto spazio a causa di alcune noie fisiche, ma nelle poche partite giocate ha mostrato un set di movimenti interessante.


Nel laboratorio tattico scaligero (quasi) tutto ciò che Juric tocca diventa oro: un elemento talentuoso come il ragazzo di scuola Genoa, su cui l’Inter ha puntato non appena maggiorenne, potrebbe spiccare il volo sia dal punto di vista realizzativo che da quello della formazione tecnica (bonus: è un sistema molto simile a quello adottato da Conte in nerazzurro).

Dopo tanti anni consecutivi nelle prime tre, il Napoli ha avuto un’annata opaca. Sarà solo un caso oppure il trend si ribadirà, con i partenopei ancora fuori dalla zona Champions?

Risponde Armando Fico

Per il Napoli quest’anno ci sono poche scuse. L’inciampo della scorsa stagione è stato in realtà il muro su cui andare a sbattere in seguito a valutazioni e scelte sbagliate di società e dirigenza.
Dopo il triennio sarrista si sarebbe dovuto trovare il coraggio di dire alla piazza che si era chiuso un ciclo e bisognava ricominciare d’accapo. La mancata cessione dei big e un Ancelotti preso per vincere (ma mai difeso con convinzione nei momenti critici) hanno reso il Napoli una polveriera spenta solo da Gattuso.

Nel frattempo che il puzzle si ricomponeva, l’Atalanta si è consolidata terza forza del campionato ed il Milan ha ripreso quota. Senza contare la Lazio, che gode di un progetto tattico efficace e solido.
La matematica non è un’opinione: già cinque squadre per quattro posti. Più il Napoli, che dovrà tenere con le tre big, arrembare con Milan, Lazio e Roma, e non adagiarsi contro le piccole.

Per la prima volta da diverse stagioni, il Napoli si presenta ai blocchi senza la certezza di avere valori tali da poter essere sicuramente nelle prime quattro della classe.

Con l’Europa League a togliere energie, come reagiranno squadra, società ed allenatore ai primi inevitabili passaggi a vuoto che potrebbero far svanire il sogno Champions?

Chi sarà tra le neopromosse, la rivelazione?

Risponde Giacomo Manini

Tutte e tre le neopromosse hanno motivi per essere tenute d’occhio.

Il Benevento di Pippo Inzaghi ha la rosa più forte e teoricamente la salvezza è alla portata.
Il Crotone ha Riviere-Simy che è una coppia interessante e l’anno scorso ha mostrato grande solidità però per la Serie A la difesa è poca roba.
Se devo sceglierne una però è lo Spezia.

La squadra di Vincenzo Italiano gioca un calcio intrigante con ritmi alti, transizioni ben orchestrate, accortezza nelle marcature in area. Lo Spezia ha mostrato anche un solido possesso palla e dei cambi di gioco improvvisi (a volte forzati) per sorprendere gli avversari.

Giocatori da seguire: due classe 1998, il centrale Erlic di grande prospettiva e l’esterno Salva Ferrer. Poi Agudelo, Mattiello e Dell’Orco hanno una grande chance.

La salvezza sembra un miraggio, ma il 433 di Italiano con l’acquisto di #calciorandom Zoet in porta forse può giocarsela nel lungo periodo.

Quali saranno le squadre rivelazione?

Risponde Luigi Di Maso

Premesso che nei piani alti Juventus, Inter, Atalanta, Napoli e Lazio hanno di nuovo le carte in regola per occupare le prime posizioni.

Premesso che nella parte bassa di classifica molte delle squadre che hanno rischiato l’anno scorso potrebbero ripetere l’ennesimo salto nel vuoto, parlo ad esempio di Udinese, Torino e Sampdoria che non si sono rafforzate particolarmente, punterei tutto su Cagliari, Sassuolo, Fiorentina e forse la squadra meno scontata tra tutte ovvero lo Spezia.  

In realtà per la formazione allenata da De Zerbi, sorprendere vorrebbe dire centrare la qualificazione in Europa, dato che l’ottavo posto e i 51 punti dell’anno scorso sono valsi il secondo miglior piazzamento della storia del club in Serie A (secondo solo al sesto posto del 2015 – 2016 che valse l’Europa League.). Quindi ripetere l’ottima annata passata potrebbe essere di per sé già soddisfacente per i vertici neroverdi. Gran parte della rosa arriva a questo campionato dopo aver assimilato per un anno i dettami del proprio allenatore e questo è un elemento da non sottovalutare, data la laboriosità delle richieste di De Zerbi.  Gran parte dell’equilibrio e dei punti in classifica che il Sassuolo si porterà a casa dipenderà dalla solidità difensiva, ancora da registrare dopo i 63 gol subiti l’anno scorso (peggior difesa tra le squadre della parte sinistra della classifica). Se i giovani Müldür, Traore, Raspadori e i più esperti (seppur molto giovani) Locatelli e Berardi più Caputo, riusciranno a offrire un ulteriore upgrade personale, il prossimo luglio il Sassuolo sarà di nuovo in giro per il mondo, impegnato in un preliminare di Europa League.

La conferma dell’allenatore, proprio come il già citato Sassuolo, permette alla Fiorentina di programmare con un elemento mancante nella passata stagione: la continuità. Beppe Iachini era approdato in una situazione abbastanza disastrosa, potendo solo ambire ad una salvezza tranquilla come obiettivo plausibile traguardo. Ad oggi si aggiungono a una squadra giovane, i vari Borja Valero, Bonaventura, Biraghi e la tempra di uno come Ambrabat.  Il meglio (e anche più) che si può sperare in un mercato di media fascia e spesa contenuta. Giocatori che possono offrire equilibrio, ma soprattutto soluzioni per disegnare con più solidità un 11 titolare troppo spesso in cerca di certezze l’anno scorso. La Fiorentina ha una rosa e una storia che non possono essere più impantanate nella lotta per la salvezza. Questo spreco di potenziale deve chiudersi con questo campionato.

Per Cagliari e Bologna invece vale un discorso quasi affine: ottima base di partenza e innesti di giovani molto interessanti.

Il Bologna di fine stagione (anche quello pre-interruzione) aveva fatto denotare cose interessanti e una squadra dall’alto valore associativo. Con una lunga sfilza di giovanissimi, tra cui Dominguez, Skovolsen, Barrow, Juwara e Vignato, la legge dei grandi numeri ci suggerisce che almeno la metà di questi dovranno compiere il salto di qualità o comunque rendersi interscambiabili nelle rotazioni collettive, senza una perdita di talento per la squadra. Se la base buona sarà supportata dall’ingente scommessa sul talento, il Bologna si troverà a superare presto quota 40 punti e quindi puntare a qualcosa in più.

I sardi possono trasferire ambizioni e convinzioni di inizio 2019 presto abbandonate, nella stagione appena cominciata, cancellando totalmente dalla memoria il blackout della seconda parte di campionato. Da quando il Cagliari è risalito dalla B, nel 2016, non è mai riuscito a finire nella parte sinistra della classifica. Vuoi che non sia l’anno buono? Il credo tattico di Eusebio Di Francesco, per il quale il 4-3-3 diventa preponderante, fa ben sperare con Joao Pedro, Simeone (o Pavoletti) e Sottil in avanti. Se a centrocampo dovesse tornare Nainggolan, con Rog, il nuovo Marin e Nandez, la salvezza tranquilla non rientrerebbe nelle corde di questi giocatori.

Con l’ingresso dell’Atalanta in pianta stabile nei piani alti del calcio italiano, e il classico ingorgo tra quinto e ottavo posto, non è facile sbaragliare la concorrenza per tamponare le squadre che lottano per la zona Champions, ma questi ultimi club appena nominati sono quelli che si possono giocare qualche carta per detronizzare perlomeno la Roma e il Milan dell’ultima stagione.

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