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La finale del 1895, i Peaky Blinders e altre storie non vere sul furto della FA Cup | Crampi Sportivi

La finale del 1895, i Peaky Blinders e altre storie non vere sul furto della FA Cup

La FA Cup ha un fascino interminabile, tanto da poter essere definita senza problemi, una delle coppe più belle del mondo.

Il Wigan che la alza “esonerando” di fatto Roberto Mancini dalla panchina del Manchester City, è solo uno dei tanti episodi della competizione, vicini alla nostra memoria.

Sono tante le belle storie che ruotano intorno alla più antica competizione calcistica mondiale. Forse anche troppe.

E il troppo si sa, se non storpia diventa pagina Facebook da mila e passa contatti che inneggeranno a Nainggolan come argine ultimo della nostalgia.

Introduzione pleonastica e polemica per parlare di una storia che forse non tutti conoscono.

Dal 1871, anno di fondazione del torneo, la FA Cup ha avuto in totale 43 detentrici differenti, passando dalle mani di grandi club a squadre ai limiti della pagina Wikipedia, alcune persino scomparse.

Nel 1895 si gioca la terza finale tra Aston Villa e West Bromwich Albion, con la squadra delle West Midlands vera e propria abitué tra le finaliste di quegli anni.

Di quella partita sono tre i fatti rimasti celebri: la seconda vittoria del trofeo da parte dei Villains, il gol di Chatt dopo 30 secondi (rimasto il più veloce della storia della competizione fino alla rete di Louis Saha nella finale del 2009) e il furto della coppa, avvenuto l’11 settembre (coincidenze? Sì) dello stesso anno.


Chelsea vs Everton: Saha segna il gol più veloce della coppa dopo 25 secondi


Dopo aver riportato nella Second Place, a otto anni di distanza dalla prima volta, l’Aston Villa decise di mettere in esposizione il trofeo nella vetrina del William Shillcock, un negozio sportivo all’avanguardia, che tra le sue invenzioni metteva a disposizione della clientela il primo prototipo di scarpini. Scarpini di cuoio poco lavorato, senza griffe o colori sgargianti e senza alcun testimonial. Senz’altro brutti. Irrimediabilmente brutti.


Pensando un posto sicuro dove lasciare esposto il pezzo d’argenteria più ambito al mondo, la Birmingham della fine secolo scorso si colloca immediatamente dietro all’opzione “Altoforno industriale in piena attività”.

Ma tant’è. La coppa viene rubata e immediatamente la polizia si mette sulle tracce del ladro, offrendo una ricompensa di dieci sterline a chi avrebbe riportato il trofeo ai legittimi proprietari.


ricompensa per furto fa cup
10 sterline per chi riconsegnava la coppa

Ma ogni speranza è vana.

La Fa Cup 1895 non verrà mai più ritrovata e al suo posto, ancora oggi, l’Aston Villa espone un duplicato del trofeo. E ci si specchia pensando ai bei tempi andati, prima di collezionare l’ennesima brutta figura del terzo millennio.


Il mistero intorno al furto dà ovviamente vita a una serie di ipotesi fantasiose sui veri mandanti ed esecutori del furto.

In un primo momento, il principale indiziato fu tale Harry Burges, noto criminale dell’epoca che mise in giro la voce di aver sciolto la coppa per farne monete. Di più, gli stessi giocatori del Villa avrebbero, a loro insaputa, avuto tra le mani il frutto di quel conio fraudolento.

Falso, ma sicuramente un trattamento migliore di quello che Sergio Ramos è di solito riservare ai trofei.


Ultimamente, anche e soprattutto grazie al successo della serie omonima trasmessa da Netflix, la sottrazione della coppa è stata attribuita ai Peaky Blinders, gang di Birmingham operante negli anni a cavallo tra il XIX e il XX secolo.

Nella serie Cillian Murphy guida una spietata banda di malavitosi dediti a ogni tipo di malaffare.

La realtà? Un gruppo di pre-adolescenti di zone malfamate dediti a piccoli furti, scorribande e schermaglie verbali tra loro.

Oggi li chiameremmo trap boys, ma i tempi cambiano.


CREDIT PHOTO: Il Calcio Inglese
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