ABC: Arte, Bellezza e Calcio | Paulo Dybala edition

I gol di Dybala, se si chiudono gli occhi, sono più belli

La gioia della vita
La vita dentro agli occhi dei bambini denutriti
Allegramente malvestiti
Che nessun detersivo potente può aver veramente sbiaditi
E corre sulle spiagge atlantiche
Seguendo il calcio di un pallone

Anima Latina – Lucio Battisti

Abbiamo davvero assistito tutti alle stesse due settimane? Gli stessi quattordici giorni in cui Paulo Dybala ha segnato in tutte le partite?

Lo ha fatto davvero con un gol più bello dell’altro? Tutti alla sua maniera? Tutti in degli stadi vuoti?

E, soprattutto, c’è qualcosa di più poetico da immaginare?

Vedere milionari narcisisti privati del riconoscimento primario di ogni sportivo: il boato.

Vedere calciatori che tornano a essere lavoratori comuni, o di contro appassionati di provincia. Nessun incitamento, nessun coro, nessun fischio.

Giocare a calcio perché ti piace il calcio o perché ti piace quanto guadagni dal calcio, come il bambino in periferia o l’atleta globale. Ma in questo dualismo che si viene a formare, in cui atleti e poeti si incrociano a centrocampo, a starci più simpatici son sempre i secondi. Forse perché ci ricordano fisionomicamente i ragazzini che eravamo quando stavamo in strada, oppure perché questa intensità che ha raggiunto il piccolo gioiello di Laguna Larga, segnando gol bellissimi ogni 2/3 giorni, ci ha sopraffatto, facendoci credere che forse Dybala è tra quei calciatori che giocano ancora per stupire gli altri, e non per mero guadagno.


I gol di Dybala se si aprono gli occhi

E lo stupore è la sensazione che si prova quando si sente l’interminabile intro di Anima Latina di Lucio Battisti: una miriade di strumenti che suonano all’impazzata per minuti che sembrano ore.

Non sembrano seguire uno spartito se non quello dell’ispirazione, eppure il risultato è clamoroso. C’è chi lo considera il miglior album di Battisti, c’è chi lo considera il miglior album mai confezionato dalla musica italiana.

E in fondo Dybala è un po’ Lucio Battisti: certe volte non si vede, altre pare non sia mai entrato in campo. Poi, magicamente, le trombe, i flauti, le percussioni, le urla. Tutti riuniti in quel mancino mai piegato ai dettami del calcio europeo. Un mancino che rimanda alla polvere di provincia argentina, alla povertà, all’umiltà. Perché di atleti che cercano di essere così, nel nostro campionato, ce ne sono decine. Nessuno di questi però ci fa impazzire come quel bambino (perché per noi non crescerà mai: cristallizzato nel tempo, come un quadro o un LP) che porta il numero dieci.


Scende dai presepi vivi
Appena giunge sera
Quando musica e miseria
Diventan cosa sola

Anima Latina – Lucio Battisti

E ci fa impazzire proprio perché non sappiamo quando risuccederà: tra un anno? Tra un mese? Domani? Mai più?

Non importa, godiamocelo, con il volume al massimo.


I gol di Dybala se si chiudono gli occhi
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