Ancora una volta, dopo Inter-Juventus, è andata in scena una nuova puntata della bagarre tra Max Allegri e Daniele Adani.
Se ne sono dette tante (“Stai zitto!”, “Non sai niente!”, “Dillo a tuo fratello!” fra le espressioni di pura classe) e alla fine, un confronto fra due importanti figure sportive italiane non ha portato a nulla di costruttivo. Anzi, il popolo dei social ha trovato nuovamente pane per i suoi denti.
Fra i due è nato un complesso ideologico, per questo sono tante le domande venute in mente: chi ha ragione? Stiamo parlando di opinioni, di egocentrismo o di puro orgoglio?
Anche sul gruppo facebook di Crampi Sportivi si è aperto il dibattito: diamo voce ai principali pensieri espressi dal Divano.
Stefano M. : Trovo soltanto assurdo che un allenatore non sappia rispondere nel merito e si difenda soltanto esibendo il palmares.
Daniele T. : Ieri è stata la dimostrazione del “Lei non sa chi sono io”. Allegri più fortunato che bravo, Adani nè fortunato e nè bravo. Giustamente come ha detto Stefano M., se sei forte parli di tecnica e tattica, non di curriculum. È pur vero che, da una Juve che ha vinto con 6 giornate di anticipo, non potevi aspettarti altro che punti regalati e presenza solo per timbrare il cartellino. Mentalmente già stanno in ciavatte.
Jacopo F. : Poveraccio Allegri… la stagione fallimentare gli ha dato alla testa… uno che ha avuto il coraggio di dire che al ritorno la Juve non ha sofferto l’Ajax ma ha preso solo qualche ripartenza, è evidente che sia arrivato alla frutta… sicuramente vincere 6 scudetti non è roba da poco ma quando ti comprano uno dei due giocatori più forti del pianeta e vinci meno dell’anno prima qualche colpa c’è l’hai… senza contare che spesso e volentieri in campionato vinci per mancanza di avversari… e in Europa non è andato neanche vicino a vincere visto che le due finali giocate sono state letteralmente dominate da Barcellona e Real.
Daniele B. : Io mi prendo una parte di verità da entrambi. Apprezzo quando Allegri dice che in tv gli opinionisti parlano forse troppo di tattica e di teoria e si dà risalto poco ai gesti tecnici. Perché i ragazzi che approcciato questo sport non devono sognare di fare gli allenatori, ma di emulare certe gesta dei grandi. Da un punto di vista di ampio respiro sto con lui, però se entro nello specifico è lecito attendersi da una squadra come questa Juve un gioco migliore. Però spesso i tattici sottovalutano l’aspetto della gestione dello spogliatoio. Ci saranno delle cose che Allegri vedrà tutti i giorni a Vinovo e noi non sappiamo. Comunque sia con la sua risposta Allegri è passato dalla parte del torto. Poi secondo me è la mentalità della Juve che stipendia Allegri il problema. Loro pensano sempre che vincere sia l’unica cosa che conta. Questa mentalità ha portato a vincere una valanga di scudetti ma pochissimo in Europa. Il Milan di Berlusconi ha vinto di più in europa e non mi pare giocasse un calcio speculativo.
Marco A. Munno : Premesso che nei modi Allegri debba migliorare, con Adani hanno avuto problemi anche Ancelotti, Spalletti e Gattuso… forse l’atteggiamento di chi non si “sporca” le mani è effettivamente troppo spocchioso.
E sinceramente sto con gli allenatori: dalla teoria alla sua applicazione pratica ci passa il rapporto con le persone, non considerarne i problemi connessi con il semplice commento a distanza fa escludere varie delle sfumature che invece influenzano le scelte finali.
Massimo V. : Molti anni fa, a fare l’opinionista al posto di Adani c’era un certo Agroppi. Lo ricordate?
Alla fine una squadra da allenare l’ha avuta , ed è riuscito a retrocedere con Batistuta e Laurdrup in campo…
A parole sono tutti campioni.
Detto ciò, un allenatore come Allegri deve essere in grado di reggere la pressione, è strapagato anche per quello.
Valerio Savaiano : L’errore di fondo credo risieda nel non considerare i ruoli. Adani è pagato per commentare, per “divulgare” al pubblico una cosa complessa come la tattica. Allenare non è solo tattica, anzi, probabilmente per un allenatore la tattica è la parte più marginale del lavoro, anche perché ogni “mister” ha uno staff che si occupa di varie sfumature. L’allenatore ha il compito principale di gestire un gruppo di lavoro enorme, motivare tutti, far capire ai giocatori cosa vuole e farlo applicare in campo.
Adani deve “semplificare” tutto questo: può non piacere questo modo esagerato di raccontare ma non ha alcun senso la contrapposizione tra due persone che fanno un mestiere diverso. In questo Allegri ha mostrato incapacità di reggere le critiche, quantunque feroci o ritenute ingiuste. Quell’esplosione alla prima critica diretta dimostra almeno tensione, non dico inadeguatezza.
Mattia Musio : Allegri è il primo a capire che Adani non dice cose errate. Puoi vincere quanto ti pare ma nonostante una rosa fenomenale la Juve gioca male, é un dato di fatto. E uscire dalla discussione tirando fuori titoli, infortuni, e favole varie sottintende le difficoltà che Allegri sta trovando in queste ultime stagioni. Perché, ricordiamolo, Max non è sempre stato così. Al Cagliari non sembrava una teenager all’interrogazione, e la sua squadra non giocava così male.
Armando Fico : Allegri è passato dalla parte del torto. Adani era libero di criticarlo, non solo una ma anche due o tre volte: è il suo mestiere. Anche perché in altre occasioni non ha mancato di elogiarne prestazioni e lettura della gara. Da ultimo, la presunzione (da leggere tra le righe) secondo la quale sono i sedicenti pratici a poter parlare di calcio è da rimanere a bocca aperta. A me i tipi che si arrogano il diritto di avere una tale ingerenza nell’economia delle vite altrui non sono mai piaciuti. Anzi, ne faccio volentieri a meno: si prenda pure sotto braccio il suo pallone da tecnocrate del football e vada a mostrare i suoi muscoletti da ometto di casa ai tardoni di 7gold.

Lo sport raccontato dal divano, Zidane e Rodman a cena dal Professor Heidegger.