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El Tata Brown e il morso da sogno all'Azteca di Messico '86

Il morso da sogno di José Luis ‘El Tata’ Brown

Lo sport può essere ancora romantico.

Nell’era dei social, dove ogni ‘mal di pancia’ viene curato a suon di cuoricini su Instagram o reactions su Facebook, ci si può ancora emozionare.

Si parte dal Divano (messaggio promozionale, come dicono gli influencer) per poi volare in Argentina. Per parlare di José Luis El Tata Brown.

Si sa, è un paese che ha dato origine al D10s, alla Pulce più forte del mondo e a tanti altri campioni: tra loro c’è anche il nostro protagonista.

C’è, anche se è scomparso qualche giorno fa, perché al passato non si parla mai. E c’è, perché il calcio argentino gli ha dedicato un tributo molto speciale.


Al minuto di silenzio dedicato al Tata, i capitani hanno fatto un passo avanti. Hanno morso la propria maglia, e ci hanno infilato un pollice. La storia dietro questo gesto così strano merita di essere raccontata.

Brown in carriera è stato un onesto difensore: in patria ha giocato con Estudiantes e Boca Juniors, all’estero con l’Atletico Nacional de Medellìn (sì, è la squadra che venne finanziata da Pablo Escobar), il Brest (in cui ha lasciato il posto a Jorge Higuaìn, il padre del Pipita) e poi il Murcia, prima di tornare a casa per chiudere con il Racing Club de Avellaneda.

Nel mezzo, tra il 1982 e il 1990, 63 presenze con l’Albiceleste. E un solo gol: quello con cui è passato alla storia in quella che in Argentina viene definita ‘una notte da Tata’.

Finale mondiale di Messico 1986, il mondiale in cui la Ola allo stadio cominciò a farsi vedere.

In campo l’Argentina di Diego Armando Maradona e la Germania Ovest di Karl-Heinz Rumenigge. Finì 3-2, e le marcature le aprì proprio José, al 23′. Primo gol con la Nazionale, in finale del Mondiale. Un sogno, e guai a svegliarsi. A qualunque costo. E si sa, gli argentini prendono molto sul serio questa espressione. Nel corso della partita, Brown si infortunia: la spalla fa crack. Ma dicevo, era un sogno, e guai a svegliarsi. Allora Tata fa un gesto che lo ha consegnato alla storia. Morde la divisa, fa un buco e ci infila il pollice, per fornire alla spalla un sostegno improvvisato e finire la partita. L’Argentina quella finale l’ha vinta.

José in campo al termine della finale vinta in Messico

Come ha ricordato Maradona al momento della notizia, Brown ha conosciuto il peso della Coppa del Mondo. E lo ha fatto con un buco sulla maglia e una spalla rotta. Perché dai sogni belli, a volte, sta bene non svegliarsi subito, per goderseli un po’ di più. Buen viaje, Tata.


I capitani di alcuni club argentini nel momento del tributo a José Luis Brown
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