È il giorno del Ringraziamento, la festa più iconica e sentita negli Stati Uniti e che idealmente apre al periodo natalizio.
Si festeggia ogni quarto giovedì di novembre dal 1623, quando il governatore della colonia di Plymouth sir William Bradford emise l’ordine di “rendere grazie a Dio” per il raccolto ottenuto. Nata come festa cristiana, quindi, oggi è festeggiata fondamentalmente da tutti gli americani, che si riuniscono in famiglia per pranzare o cenare con il classico tacchino. E per vedere il football!
Sì, perché da quando la Nfl ha introdotto l’anticipo del giovedì sera (e di anticipi, e anticipi degli anticipi, ne sappiamo qualcosa anche noi calciofili italici), ogni giovedì della stagione si disputa una partita e la sera del Ringraziamento la Nfl addirittura triplica, inserendo tre incontri in palinsesto.
In particolare, ci sono due franchigie che nel giorno del Ringraziamento giocano sempre e sempre davanti al proprio pubblico: i Detroit Lions e i Dallas Cowboys. La squadra della città dei motori, pensate, ha iniziato a farlo nel 1934, quando il proprietario decise di programmare un match della propria franchigia in occasione di questa ricorrenza per darle maggiore visibilità, visto che era stata appena trasferita a Detroit da Portsmouth (Ohio).
La partita in questione era Lions-Bears, sentito scontro divisionale che ritorna puntuale anche quest’anno, anche se varrà solo per la gloria, dal momento che le due squadre viaggiano su record negativi (5-6 per Chicago, addirittura 3-7-1 per i Lions, dove il terzo numero indica i pareggi, evento raro nel football), mentre le rivali della NFC North, Packers e Viking, volano (8-3 per entrambe).
Anche un posto come wild card pare semplicemente impossibile guardando la situazione della conference: per i meno ferrati, accedono ai playoff anche le due migliori squadre di ogni conference a non aver vinto la propria division e che, se la stagione finisse oggi, sarebbero Seahawks (9-2) e proprio i Vikings nella division di Lions e Bears.
Sicuramente più interessante l’incontro che vedrà i Cowboys affrontare i Bills: a Dallas la squadra non sta facendo faville (record 6-5), ma per ora basta a guidare una division, la NFC East, livellata verso il basso. Occorre però mettere “vu doppie” in cascina per difendersi dagli attacchi degli Eagles (5-6), l’unica franchigia in grado di insidiare la leadership della compagine texana. Non sarà facile per i padroni di casa, perché i Buffalo Bills sono una delle rivelazioni di questa stagione: partiti con gli sfavori dei pronostici, hanno ottenuto finora 8 vittorie e 3 sconfitte che garantiscono ampiamente la post-season proprio come wild card (solo perché nella stessa division hanno a che fare con i Patriots). Ma i Cowboys perché giocano sempre nel cosiddetto “Turkey Day”? Semplicemente perché negli anni Sessanta la Nfl cercava un altro team disposto a giocare la sera del Thanksgiving e i Cowboys, intuendo il possibile ritorno mediatico dell’operazione, furono i primi ad accettare. Da mera opportunità economica a tradizione consolidata il passo è breve e vale anche il discorso contrario.
Dal 2006, infatti, oltre agli impegni ormai tradizionali di queste due franchigie, è stata aggiunta una terza partita per rendere più appetitoso anche il menu televisivo, oltre a quello delle tavole di milioni di famiglie americane. Questa terza gara varia di anno in anno e stavolta tocca ad Atlanta Falcons e New Orleans Saints in Georgia. Una sfida tra rivali di division che alla vigilia della stagione si poteva preannunciare come decisiva per le sorti della NFC South. La realtà, però, è ben diversa: i Saints conducono con 9 vittorie e 2 sconfitte, i Falcons invece la chiudono con appena tre successi e otto battute a vuoto, prendendosi la palma di principale delusione della stagione. Occhio, però, perché una delle due sconfitte stagionali New Orleans l’ha subita proprio contro Atlanta nel match del 10 novembre scorso.
Tre incontri, insomma, con cinque team su sei appartenenti alla National Football Conference, dove l’unica division non rappresentata è la NFC West dominata dai San Francisco 49ers di Garoppolo (10-1) e dai Seattle Seahawks di Wilson (9-2), a sorpresa in notevole vantaggio nei confronti dei Los Angeles Rams finalisti dello scorso anno (6-5).
E dall’altra parte?
La American Football Conference è anche quest’anno griffata New England Patriots (10-1) anche se il suo giocatore simbolo, Tom Brady, sta facendo registrare statistiche personali inferiori rispetto ai suoi standard e i suoi si stanno affidando soprattutto alla fase difensiva: il numero 12, infatti, in linea con lo spirito del Ringraziamento, ha più volte dato merito dei risultati positivi alla difesa e allo special team (la formazione che entra in campo per tirare o ricevere calci piazzati).
Un altro “thanksgiving” lo devono fare i tifosi dei Ravens a Lamar Jackson, il quarterback di Baltimore al secondo anno tra i Pro che sta facendo vedere cose strabilianti contribuendo allo sfavillante record dei suoi (9-2, primo posto nella AFC North). Appena due giorni fa, per dire, nel Monday Night contro i deludenti Rams ha lanciato 5 touchdown, correndo inoltre palla in mano per 95 yard e confermandosi un quarterback poliedrico, estremamente imprevedibile e attualmente in stato di grazia.
Grande incertezza, per concludere il discorso, nella AFC South, dove i Texans di Houston guidano con 7 vittorie e 4 sconfitte ma devono guardarsi le spalle da Colts e Titans (6-5 entrambe).
Non c’è una dominatrice incontrastata nemmeno nella AFC West, visto che i Kansas City Chiefs hanno rallentato la propria corsa complice l’infortunio del QB Mahomes, rientrato sì ma apparso ancora un po’ arrugginito dalla pausa forzata, e quindi cercano di approfittarne gli altalenanti Oakland Raiders (6-5) dell’eterno incompiuto Derek Carr.
Tutto ancora è da scrivere, con il mese di dicembre a disposizione per andare a caccia dell’ambito pass per la post-season. La caccia al tacchino, invece, è finita e ne porta milioni nelle tavole imbandite, da Los Angeles a New York, da Houston a Chicago. Buon ringraziamento e buon football a tutti!
Approfondimento a cura di Luca Amorosi
Credit Photo: Facebook di NFL

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