Archiviata la seconda settimana del Giro d’Italia, dopo un inizio scoppiettante e con una solita seconda fase intensa di fughe e volate, le ultime due tappe hanno iniziato a delineare i dettagli di quella che sarà la classifica finale.
Molti sono gli spunti d’interesse della corsa rosa numero 103: proviamo a fare un punto della situazione con con i nostri Marco Baldassarre e Francesco Berio a soli sei giorni dalla fine del Giro.
Il favorito
F: Leggendo la classifica, sembra prospettarsi una gara a due fra Joao Almeida (Deceuninck-QuickStep) e Wilco Kelderman (Team Sunweb), capaci di dare oltre due minuti ai diretti rivali, ma non bisogna dimenticare che spesso la terza settimana è stata capace di ribaltare i pronostici.
Se forse alla fine della prima settimana si poteva dubitare se inserirlo addirittura fra i favoriti di prima fascia, la prestazione sull’arrivo di Piancavallo di Wilco Kelderman e del suo team hanno eliminato qualsiasi dubbio.
Il ventinovenne olandese, inizia la terza settimana con tutti i favori del pronostico, alla luce dell’ottima tenuta in salita, di un buon team a supporto, primo fra tutti Jay Hindley, e di una buona capacità nelle sfide contro il tempo. Inoltre Kelderman, a differenza di Almeida, può vantare una buona esperienza nei gran tour e anche ottimi piazzamenti nelle top 10 delle classifiche finali.
Joao Almeida sta stupendo dal primo giorno di questa edizione del giro, le ottime prestazioni a cronometro sono state affiancate da un’ottima tenuta nelle salite. Se da un lato il portoghese, a soli ventidue anni, ha mostrato un considerevole esperienza nella propria gestione, dall’altro canto la terza settimana e gli arrivi in alta quota rappresentano delle incognite non sottovalutabili.
Dopo il ritiro di Geraint Thomas e Simon Yates, Vincenzo Nibali (Trek Segafredo) e Jakob Fuglsang (Astana), erano consideratii favoriti di prima fascia. Seppur tra i due balli quasi un minuto a vantaggio dell’italiano, la situazione è pressoché identica per entrambi. Le ottime prestazioni della prima settimana avevano lasciato presagire il meglio, se non addirittura una lotta a due, ma purtroppo i ritiri dei gregari più utili nelle grandi salite (Vlasov e Lopez per l’Astana, Brambilla e Ciccone per la Trek- Segafredo) e l’aver perso tre minuti dalla maglia rosa negli ultimi due giorni sembrano escluderli quasi definitivamente dalla lotta per il primo posto.
I chilometri per inventare qualcosa non mancano, soprattutto per il siciliano, capace di vincere il Giro d’Italia del 2016 in rimonta nella terza settimana, ma l’età, gli oltre tre minuti di distacco e la tenuta del duo di testa della classifica generale sembrano ostacoli insormontabili.
Scheggia impazzita rimane Tao Geoghegan Hart. L’inglese è rimasto abbastanza nascosto nei primi 14 giorni, ma sull’arrivo di Piancavallo ha raccolto una delle sue vittorie più prestigiose, riservando diversi minuti di distacco ai rivali, Kelderman escluso. Il team a supporto sicuramente non gli manca, bisogna vedere se riuscirà a ripetersi ad oltre 2000m.
M: Il mio favorito, già dai primi giorni di corsa, è l’olandede Wilco Kelderman, che potrebbe essere a questo punto la vera sorpresa del Giro d’Italia. Partito senza i favori del pronostico, è al momento al secondo posto in classifica, e nell’arrivo di Piancavallo ha dimostrato di essere nettamente lo scalatore più in forma.
Il 29enne di Amersfoort non ha dalla sua un palmares eccezionale (pochissime vittorie in carriera, e nei Grand Tour al massimo un quarto posto alla Vuelta), ma sembra essere giorno dopo giorno più convinto dei propri mezzi. Nella salita di Piancavallo aveva quattro uomini davanti, quando la maggior parte dei suoi avversari era da solo o aveva al massimo un gregario; in più Kelderman avrà nella cronometro finale di Milano un possibile trampolino di lancio verso la vittoria finale al netto di crisi nelle tappe precedenti.
L’attuale maglia rosa Joao Almeida ha mostrato un carattere di ferro ed è spalleggiato da una squadra coesa (Masnada e Knox non sono due gregari qualsiasi; è evidente che ha dato tanto nelle prime due settimane, ed in particolare lo sforzo della crono gli ha già fatto perdere qualcosa a Piancavallo. Inoltre, è all’esordio ad un grande giro ed ancora in giovanissima età, tutti indizi che dovremmo vedere una terza settimana in calo da parte del portoghese. Credo che correrà sulla difensiva le due tappe alpine di mercoledì e giovedì sperando di non accumulare troppo ritardo per poter centrare il podio, risultato alla vigilia per lui insperato, grazie ad una grande crono a Milano.
L’italiano Vincenzo Nibali, alla ricerca del terzo sigillo che lo farebbe entrare nella ristretta cerchia di campioni alle spalle dei tre più grandi della storia rosa (Binda, Coppi, Merckx), sembrava essere arrivato al Giro carico al punto giusto a livello mentale, ma fisicamente ha rischiato su una condizione in crescita, che teoricamente dovrebbe favorirlo nella terza settimana, ma per ora ha causato diversi problemi: un minuto di ritardo dai primi nella crono iniziale, qualche altro secondo perso a Roccaraso, quasi un altro minuto a crono e una disfatta quasi mortale a Piancavallo, che sommano ora un totale di tre minuti e mezzo dalla vetta.
La parte finale del Giro dovrebbe in teoria favorirlo, ma l’impressione è che la benzina sia quasi finita. Ma attenzione a non sottovalutare mai lo squalo, capace in passato di vincere gare grazie all’esperienza ed alla voglia di inventare dove gli altri non se lo aspettano.
L’amico-rivale Jakob Fuglsang era l’uomo da tenere d’occhio con più attenzione all’inizio del Giro. Coetaneo ed ex compagno di squadra di Nibali (e suo gregario fidato al Tour ’14 e del Giro ’16), il danese è decisamente nella fase più alta della propria carriera: nelle ultime due stagioni ha vinto una Liegi, un Lombardia, due Dauphinè, ed è sempre stato tra i grandi favoriti in tutte le classiche e le gare a tappe brevi cui ha partecipato.
Nei Grand Tour, però, non ha mai avuto troppa fortuna; la sua è l’occasione della vita per provare a smentire i detrattori che dicono che la terza settimana gli è troppo ostica. Purtroppo, le cose non stanno girando al meglio per il danese: prima i ritiri dei suoi due uomini migliori, e poi una serie di prestazioni che lo escludono al momento dalla lotta per il vertice. A meno di una giornata monstre, credo che il suo massimo obiettivo a questo punto potrebbe essere il podio, per il quale comunque dovrà inventarsi qualcosa.
L’uomo del momento è sicuramente Tao Geoghegan Hart. Partito come gregario di Thomas, ha accumulato tre minuti di ritardo già nelle prime tre tappe, e dopo il ritiro del gallese ha iniziato una rimonta eccezionale culminata in una ottima cronometro a Conegliano e soprattutto nella splendida vittoria nella tappa 15: dalla ventiquattresima alla quarta posizione in classifica, il morale adesso è alle stelle e la squadra è agguerritissima. L’esperienza non gioca dalla sua parte e la terza settimana resta un’incognita, ma credo che un pensiero almeno al podio finale sia legittimo farlo.
Non vanno esclusi dai giochi altri protagonisti che sono venuti al Giro con l’obiettivo di entrare in top-5, ma che sicuramente sfrutteranno le proprie chance di puntare più in alto, se se ne presenterà l’occasione:; l’habitué Rafal Majka è uomo con 17 Grand Tour alle spalle, sei top-10 (un podio alla Vuelta del 2015) e due maglie a pois a Parigi; Pello Bilbao sarebbe una bellissima sorpresa, se riuscisse a fare il colpaccio, che pure sembra poco probabile, e raggiungere un posto sul podio a Milano.
Stesso discorso per Domenico Pozzovivo, vero mattatore del Giro fino a sabato, incappato però in una giornata decisamente negativa (il peggiore, tra gli uomini di classifica) a Piancavallo che rende ora il podio distante un minuto. Jai Hindley occupa al momento il terzo gradino del podio, ma nelle tappe alpine sarà oberato da un doppio lavoro, dovendo anche aiutare il compagno Kelderman: è ipotizzabile che perderà qualche posizione, ma la sua condizione è decisamente alta al momento.
Le tappe decisive
F: Il giro si deciderà sulle Alpi, le tappe previste privilegeranno gli scalatori passisti, abituati a lunghe salite, terreno dunque ideale per Nibali ma anche per Fulsang e il giovane Almeida. Oltre alle salite ci saranno poi altrettante discese tecniche e impegnative, soprattutto nella penultima tappa, soprattutto sul Colle dell’Agnello dove Kruijswijk perse un Giro d’Italia nel 2016 a favore di Nibali. L’incognita rimane la cronometro conclusiva di Milano.
Il programma della terza settimana siamo sicuri non deluderà le aspettative, meteo permettendo, con tre tappe sulle Alpi. Si comincerà alla tappa n.17 con l’arrivo a Madonna di Campiglio, proseguendo con Stelvio (24,7 km al 7,5%) e l’arrivo inedito ai laghi di Cancano, per concludere Colle dell’Agnello (21,3 km al 6,8%, 15% di pendenza massima), Col d’Izoard (14,2 km al 7,1%, 14% di pendenza massima), Montgenèvre (8,4 km al 6%, 9% di pendenza massima) e l’arrivo a Sestriere (11,4 km al 5,9%, 9% di pendenza massima) nella penultima tappa. Ultima tappa la crono di Milano, dove faranno bene non solo gli specialisti ma coloro che saranno riusciti a conservare ancora un po’ di forza dopo tre settimane di sforzi.
M: E’ già tempo di allacciare le cinture: la crono di Valdobbiadene e la tappa successiva di Piancavallo hanno già dato una scossa decisa alla classifica. Ci apprestiamo ad una terza settimana di fuoco, durante la quale soltanto un paio di tappe (la 16, ma non è detto, e la 19) potrebbero dare un po’ di respiro agli uomini di classifica. Per il resto, la tappa di Madonna di Campiglio con 3 GPM di prima categoria, la tappa di Pinzolo con lo Stelvio e quella di Alba con Sestriere (cinque salite oltre i duemila metri in due tappe), ed una cronometro potenzialmente decisiva. Da domani in poi andrà in scena il vero spettacolo del Giro, senza soluzione di continuità!
Cosa aspettarsi dai ciclisti italiani
F: Incominciamo dicendo che Nibali è sicuramente l’unico italiano in grado di lottare per una Top five al giro e più in generale nei Grand Tour. Menzione d’onore va fatta a Filippo Ganna che se da un lato dopo la grande prestazione di Imola era lecito aspettarsi grandi prestazioni in un giro caratterizzato da molti chilometri a cronometro, dall’altro l’assenza di un proprio e vero capitano in squadra gli ha dato la liberta di tentare vittore di tappa come quella di Camigliatello Silano.
Ganna non è però l’unico italiano che potrà levarsi ulteriori soddisfazioni con qualche fuga da lontano; oltre a Diego Ulissi, vincitore della seconda tappa, e Giovanni Visconti, primo nella classifica scalatori, in questa stretta cerchia possiamo menzionate Fausto Masnada e Matteo Fabbro, qualora vengano lasciati liberi dai propri capitani.
Alla luce anche delle rinunce di Ewan e Groenewegen, Elia Viviani, Sonny Colbrelli e Davide Cimolai sulla carta avrebbero dovuto essere tra i favoriti per le volate, la realtà è un po’ diversa, purtroppo la lotta per la maglia ciclamino risulta monopolizzata da Sagan e Demare, lasciando poco spazio agli italiani.
M: Certo, Vincenzo Nibali si porta ancora, alla soglia dei 36 anni, sulle spalle il peso di un’intera nazione, quando si tratta di pensare a potenziali vincitori di grandi giri. Ma non sottovaluterei, come spesso si fa, il valore del nostro Paese in questo sport: l’Italia è costantemente tra le prime 4 nazioni del mondo nelle classifiche a punti, e se è ovvio che a tutti piacerebbe avere atleti in grado di vincere ogni corsa, non bisogna mai dimenticare quanti ragazzi italiani in gamba ci sono nel gruppo.
In questo Giro abbiamo già avuto ben cinque tappe, tre con Ganna e due con Ulissi; del primo parleremo a breve in un capitolo a parte, perché siamo di fronte ad un corridore unico. Diego Ulissi è una garanzia assoluta: con quasi quaranta vittorie in corse World Tour è probabilmente tra i primi venti-trenta al mondo in attività.
Non escludo altre soddisfazioni nei prossimi giorni: Giovanni Visconti è costantemente alla ricerca della fuga giusta, e tra i favoriti per la maglia azzurra; Battaglin e Viviani sono delle ottime ruote veloci, il primo da arrivo ristretto ed il secondo potenzialmente in grado di battere i migliori velocisti del mondo, al top della forma; Cataldo e Villella proveranno probabilmente un colpo da lontano in qualche tappa movimentata. Senza contare i grandissimi gregari che si sacrificano per i propri capitani: Davide Cimolai, Jacopo Guarnieri, Manuele Boaro, Cesare Benedetti, Valerio Conti, Gianluca Brambilla. Tutti ragazzi che dentro altri contesti di corsa avrebbero vinto tante tappe, ragazzi dotati di motori di primissimo livello.
Il Giro d’Italia ai tempi del Covid
F: La collocazione del Giro d’Italia nel calendario è unica e le conseguenze sono state molte. Il nuovo calendario, che ha visto sovrapporre numerosi eventi, ha costretto i corridori a selezionare con più attenzione le gare a cui partecipare. Inoltre i corridori sono stati costretti a rivedere i piani di allenamento, aggiungendo ancora più imprevedibilità alla corsa. L’unico banco di prova è stato la Tirreno Adriatico e i mondiali di Imola.
Parlando strettamente del Giro d’Italia, il mischiarsi di queste causalità avrebbe dovuto portare a partecipare la maggior parte dei velocisti del WT; purtroppo ci sono state le rinunce all’ultimo di Dylan Groenewegen e Caleb Ewan ma risultano lo stesso presenti pezzi da 90 delle volate, fra tutti Peter Sagan (protagonista di un ‘siparietto’ diventato virale) Arnaud Demare ed Elia Viviani.
Stesso discorso non si può fare per gli esperti delle classiche nord, vista la coincidenza il giro delle Fiandre, Liegi-Bastogne-Liegi e Parigi Roubaix vista la vicinanza col Tour e la concomitanza con la Vuelta.
Vuelta che con il Giro d’Italia condividerà una problematica conseguente da questo calendario rimodellato, il meteo. La terza settimana è caratterizzata da passaggi oltre i 2000 metri di altezza e al momento già si sta parlando di piani B.
Il rischio di uno stop dovuto al Covid è sicuramente concreto bisognerà vedere i risultati dei tamponi che si effettueranno fra oggi e domani. Alla conclusione del Giro manca una settimana, e in caso aumento dei contagi il rischio è che la stessa autorità sanitaria nazionale imponga uno stop. A differenza del Tour, dove in caso di due positivi per squadra l’intera formazione veniva mandata a casa, al Giro si valuterà a rigore di buon senso. Non ci rimane che incrociare le dita.
M: Una serie di possibili scenari è possibile, e non è facile prevederli tutti. Noi analizziamo la corsa ed i suoi protagonisti, ma tante potenziali dinamiche potrebbero falsare completamente le carte in tavola. Nonostante la bolla creata attorno al Giro, i risultati non possono ovviamente essere all’altezza della bolla NBA. Già nei primi giorni uno dei più attesi, Simon Yates,si è ritirato dopo essere risultato positivo così come Kriujswijk e Matthews, oltre al ritiro di due squadre. È probabile che col secondo giro di tamponi venga fuori la positività di altri corridori, con conseguenti allontanamenti o squadre decimate.
Inoltre, correre il Giro d’Italia ad ottobre comporta tanti rischi dal punto di vista climatico. Gli arrivi in quota sulle Alpi sono solitamente innevati e pericolosi a fine maggio o inizio giugno: arrivarci a fine ottobre sarà un completo azzardo; potrebbe andare tutto bene con un po’ di fortuna o potremmo assistere a scenari complicati. Tappe interrotte o dimezzate, addirittura annullate; piani alternativi, discese neutralizzate; situazioni pericolose e potenziali gravi incidenti. Staremo a vedere, la speranza è che il Giro d’Italia continui ad essere comunque spettacolare, e perché no, i colpi di scena. Anche se fanno saltare tutti i nostri pronostici, alla fine sono il sale dello sport e non vediamo l’ora che accadano!
A cura di Marco Baldassare e Francesco Berio

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