Per la prima volta dalla stagione 2005/2006 tre italiane sono approdate ai quarti di finale di Champions League, con la sola esclusione della Juventus, ancora in corsa in Europa League, ma eliminata dal girone H con Benfica e PSG. A rendere ancora più unica questa edizione della massima competizione europea, è il fatto che due di queste squadre si scontrino in un derby tutto italiano, con l’ipotesi sempre più probabile di viverne un altro in semifinale. Visto il livello dell’altro lato del tabellone, sicuramente superiore, non si può non considerare che questa chance potrebbe non ripetersi più per diverso tempo, il che rende imperativo il passaggio del turno. A seguito dell’andata dei quarti di finale, che ha dato vantaggio a Inter e Milan, ecco una breve analisi sui possibili scenari.
Inter – Benfica
L’analisi del ritorno tra Inter e Benfica non può non tenere conto che la squadra di Simone Inzaghi parte con un margine decisamente consistente, avendo un doppio vantaggio, per di più ottenuto in trasferta. La partita del Da Luz ha evidenziato la difficoltà della squadra di Lisbona ad affrontare una squadra aggressiva. L’Inter infatti, al contrario delle attese, ha deciso di andare ad aggredire alta, costringendo il Benfica a palleggiare al limite dell’area di rigore. L’efficacia del pressing è dimostrata dal fatto che solo raramente la squadra di Roger Schmidt è riuscita a trovare le sue classiche imbucate per i mediani o per i trequartisti. A questo si è aggiunta un’evidente scarsa esperienza di alcune delle pedine chiave, dovuta principalmente alla giovane età. Ricordiamo infatti che il Benfica è la squadra più giovane rimasta nella competizione: parliamo di 26 anni e 89 giorni, anche meglio del Milan, 26 anni e 102 giorni. A differenza di altre squadre, però, quella portoghese manca anche di giocatori di particolare esperienza europea a controbilanciare questo dato, di per sé estremamente positivo. Il rendimento di Antonio Silva e Goncalo Ramos è stata in questo senso emblematico, due giovanissimi classe 2003 e 2001 che si sono ritrovati in affanno nel confronto con l’Inter. La squadra di Simone Inzaghi, al contrario, rappresenta un ottimo mix, visto che schiera diverse pedine abituate a questi palcoscenici. Il rendimento di calciatori come Mkhitaryan, per esempio, si sta rivelando cruciale per l’Inter. L’armeno, artefice di un’altra grande partita a Lisbona, è una pedina fondamentale in questa competizione.
Nonostante quanto detto non lasci presagire grandissime sorprese, non c’è dubbio che il confronto sia ancora aperto. Il Benfica non è nuovo alle goleade quest’anno e a Milano sarà obbligatorio fare la partita, prendere rischi, cosa che solitamente riesce molto bene a questa squadra. D’altro canto, però, recuperare il doppio svantaggio senza subire gol sembra veramente complesso, soprattutto in uno stadio come San Siro, che si preannuncia letteralmente “incendiato”. Inoltre va specificato che Roger Schmidt e i suoi hanno perso le ultime tre partite consecutive, dopo aver subito solo due risultati negativi in tutto il resto della stagione. In questo senso per l’Inter questo doppio confronto arriva al momento ideale, visto che la fiducia per una squadra come quella portoghese è fondamentale e al momento sembra mancare. In conclusione è lecito aspettarsi un match molto aggressivo sin dall’inizio da parte del Benfica, mentre probabilmente l’Inter cercherà di contenere e gestire. Come ha confermato l’andata sarà però necessario che Inzaghi schieri la squadra anche per non farsi schiacciare troppo.
Napoli – Milan
Il confronto tra Napoli e Milan, primo derby tra due italiane in Champions League dalla stagione 2004/2005 (allora fu un quarto di finale tra Milan e Inter), si prospetta decisamente più aperto. L’1-0 dell’andata, frutto di una partita molto equilibrata, rappresenta un margine troppo scarso per dare sicurezze a Stefano Pioli, in particolare perché la partita si giocherà allo stadio Diego Armando Maradona, con il Napoli che ritroverà il suo trascinatore Victor Osimhen. L’attaccante nigeriano è stata una perdita gravissima per Luciano Spalletti, visto che in entrambe le sfide con il Milan è apparso chiaro come l’elevato numero di cross in area risulti decisamente meno importante per il Napoli senza la presenza di Osimhen all’interno dell’area di rigore. Nonostante questa grave assenza l’andata è stata una partita molto combattuta, con il Milan che si è ritrovato sotto pressione soprattutto nei primi 15 minuti del primo tempo. Lasciando da parte la componente arbitrale, controversa da entrambe le parti, il risultato di San Siro lascia presagire che i prossimi 90 minuti saranno tutti da vivere. Vista l’assenza di Kim e Anguissa, Spalletti dovrà ripensare qualcosa. I sostituti indicati potrebbero essere Juan Jesus e Ndombele, scelte solide, ma non allo stesso livello dei titolari. D’altro canto, però, il ritorno di Osimhen costringerà Pioli a ripensare la strategia difensiva, visto che il nigeriano è in grado di fare reparto da solo. Al momento l’11 titolare milanistra dovrebbe essere lo stesso dell’andata, quindi con la coppia centrale formata da Kjaer e Tomori. Nella scorsa stagione Tomori e Kalulu erano stati in grado di contenere molto bene Osimhen, il che porta a chiedersi se non abbia senso rischierare questi due giocatori. Va detto, però, che l’attaccante del Napoli è un giocatore completamente diverso quest’anno, cresciuto esponenziale da quasi tutti i punti di vista. Inoltre Kjaer sembra una pedina troppo importante per il Milan, visto il carico di esperienza e leadership che porta alla squadra. Inoltre il massiccio turnover utilizzato nella partita contro il Bologna lascia trasparire chiaramente la volontà del tecnico del Milan di fare affidamento, a meno di imprevisti, sulla stessa squadra che ha sconfitto il Napoli due volte nelle ultime settimane. D’altronde squadra che vince non si cambia.
Sulla partita in sé non è facile compiere un’analisi accurata, visto che si tratta di fatto di una gara 3 tra Milan e Napoli. Sicuramente è più probabile aspettarsi una partita simile a quella dell’andata, piuttosto che alla partita di campionato. Osimhen è uno degli elementi chiave del match, dal suo rendimento dipenderà tanto, trattandosi di un giocatore che da solo condiziona l’intero svolgimento della manovra del Napoli. Inoltre, e questo non è un dato da sottovalutare, si tratterà della prima volta in 4 confronti stagionali in cui il Milan si ritroverà ad affrontare l’attaccante nigeriano, infortunato in tutti i 3 precedenti. Questo potrebbe portare ad un probabile iniziale spaesamento della difesa del Milan, sicuramente ben preparata da Stefano Pioli, ma ancora senza esperienza sul campo contro un giocatore come Osimhen, letteralmente unico nel suo genere. Sarà ripristinato anche l’asse con Kvaratskhelia, forse il giocatore il cui rendimento è più legato a quello del numero 9 del Napoli. Nelle precedenti sfide il georgiano è apparso un po’ disorientato, quasi come se l’assenza del compagno di reparto lo costringesse a mettersi spesso e volentieri in proprio, con quell’attitudine da dribblomane che manifesta sporadicamente. Dal lato del Napoli un altro elemento fondamentale sarà quello del sostegno dello stadio, visto che Spalletti ha lasciato intendere che tutta la squadra abbia bisogno di una tifoseria unita e collaborativa, facendo riferimento alle recenti spaccature nel tifo napoletano. Uno stadio come il Diego Armando Maradona può avere un grande valore, come lo ha avuto San Siro nella gara di Andata. Passando al Milan i rossoneri cercheranno probabilmente un gol, necessario per costruire un margine sicuro da cui poi gestire la partita. Sarà anche un obbligo quello di non scoprirsi troppo, perché subire una rete nei primi minuti di gioco potrebbe rendere il resto della gara difficilmente gestibile. Nelle ultime due partite partite il Milan ha manifestato alcuni problemi nell’approcio, faticando a carburare ed entrando in partita solo dopo aver subito diverse azioni pericolose. In questo caso sarà necessario fare qualcosa di diverso, cercando di coprirsi bene e sfruttando la rapidità di Leao e Theo Hernandez per le ripartenze. Il recente rendimento di Brahim Diaz lo inserisce di prepotenza tra i giocatori più attesi per questo confronto finale. Il numero 10 del Milan, a cui è stato ritagliato un nuovo ruolo, sembra sempre più a suo agio, tanto da provocare il mal di testa al centrocampo del Napoli, che ha faticato a seguirlo in entrambi i confronti. I suoi strappi di qualità potrebbero risultare necessari ancora una volta per mandare a vuoto il primo pressing e scatenare il contropiede.
La prossima settimana sarà un momento fondamentale per il calcio italiano in Europa, che si trova con ancora 6 squadre nelle varie competizioni, tutte in corsa per passare il turno. Fondamentale, in tutti i casi, sarà riuscire ad approciare questo continuo salto tra campionato ed Europa nel modo giusto, cosa che per esempio non è riuscita a fare la Lazio, l’unica caduta tra le italiane. La gestione di allenatori come Pioli e Inzaghi lascia intendere come l’obbiettivo principale sia a questo punto la finale di Istanbul, un’occasione davvero unica, completamente inimmaginabile a inizio stagione. Con 3 italiane su 4 squadre da quella parte del tabellone le statistiche danno ragione ai tecnici di Milan e Inter, anche se perdere il piazzamento in Champions sarebbe altrettanto grave. In fondo però il sogno europeo è davvero troppo grande, forse mai così alla portata nel recente passato. Questo costringe, perlomeno, a sognare.
Seguo lo sport da prima che ne avessi memoria. Assiduo frequentatore di stadi di calcio, negli anni ho sviluppato una passione particolare per il tennis, lo sport di cui amo parlare più di tutti. Tifoso di Federer e di Milan. Su Crampi Sportivi provo a portare la mia visione del mondo sportivo.