Nel Land della Renania Settentrionale-Vestfalia, si estende la città extracircondariale di Gelsenkirchen.
La storia narra che il 4 maggio 1904, dalla riunione di un gruppo di studenti di scuola superiore, viene fondata la squadra di calcio del luogo, il Westfalia Schalke.
Solo nel 1928, però, dopo numerosi tentativi di ingresso nella lega ufficiale, al club viene riconosciuto il supporto della città. Il colore delle divise passa dal giallorosso al biancoblù e la denominazione diviene Schalke 04: è l’inizio della favola.
Oggi vi portiamo nell’universo parallelo in cui, nell’estate della disfatta tedesca nel mondiale casalingo del 2006, una cordata cinese decide di rilevare la proprietà del club, colpito da problemi economici.
Il primo passo è una forte ricapitalizzazione del patrimonio: si punta sui giovani, specialmente quelli nati nel vivaio, e non si vende nessuno. Il momento di porre fine al dominio economico-calcistico dei cugini Bayern di Monaco è arrivato e per farlo è necessario allestire una squadra di campioni.
Il tetto d’Europa è, però, l’obiettivo primario, con quella maledetta Coppa dei Campioni troppe volte sfumata nel corso degli anni.
Portiere — Manuel Neuer
Nato a Gelsenkirchen nel marzo del 1986, è quanto più di tedesco ci si possa aspettare: 193 centimetri per 92 chili, capelli più biondi del sole a mezzogiorno e due occhi di ghiaccio.
Considerato uno dei migliori portieri al mondo — tant’è che viene eletto per quattro volte consecutive miglior portiere dell’anno IFFHS e la Germania nel 2014 vince i mondiali anche grazie al suo contributo — , reinterpreta completamente il ruolo del numero 1, non limitando il proprio raggio d’azione all’area di rigore come i suoi colleghi e contribuendo, da libero aggiunto, a costruire il gioco e arginare i tentativi di contropiede avversari.
Nasce cresce e matura nel club della città natale: i rivali del Bayern Monaco lo tentano più di una volta, ma sia lui che lo Schalke 04 non ne vogliono proprio sapere. Una bandiera, ieri oggi e domani.
Terzino destro — Rafinha
Omonimo di Rafael Alcantara do Nascimento, centrocampista centrale dell’Inter, nonostante non abbia negato un debole per il cibo, lui all’Italia non ci pensa proprio. La sua carriera inizia al Coritiba, dove si ritaglia un posto da titolare come interno di centrocampo, riuscendo a siglare anche qualche rete. I dirigenti dello Schalke 04, in una spedizione oltre manica, lo notano nel 2005 e se ne innamorano. L’ ottima velocità, la buona resistenza fisica e soprattutto la sorprendente capacità di crossare fanno di lui un punto fermo della squadra.
Difensore centrale — Joel Matip
Probabilmente uno dei giocatori più pacati e disciplinati nel panorama calcistico internazionale, tedesco ma naturalizzato camerunense. Ha un fratello più grande di nome Marvin, anch’egli calciatore professionista, che gioca nell’Ingolstadt 04. Possanza fisica e inaspettata abilità sotto porta sono le sue caratteristiche principali: impossibile non menzionare il suo favoloso destro di controbalzo in mezzo all’area scoccato a San Siro nel 2011 che, nel computo della doppia sfida, ha permesso allo Schalke 04 di qualificarsi alle semifinali di Champions League. Quest’anno si punta ancora più in alto.
Difensore centrale — Benedikt Höwedes
Un nome, una garanzia: Benedetto. Classico esempio della cosiddetta “scuola tedesca” in fatto di “stopper”, si definisce un giocatore “eclettico e multifunzionale”, capace di disimpegnarsi indifferentemente in una retroguardia “a tre o a quattro” elementi, “sia come centrale che come terzino“. Abile marcatore, ben si disimpegna nei duelli individuali, segnalandosi per uno stile aggressivo ma pulito, raramente falloso, ciò sfruttando un innato tempismo che gli permette, tra le altre cose, di leggere velocemente l’evolversi del gioco. La vittoria della coppa dalle grandi orecchie non è più un miraggio, il sogno di una vita potrebbe ben presto diventare realtà.

Terzino sinistro — Sead Kolasinac
Nato e cresciuto in Germania da padre montenegrino e madre erzegova, dopo aver giocato in tutte le nazionali giovanili della nazionale tedesca, giura fedeltà eterna a quella bosniaca. Uno dei giocatori più contesi nelle sessioni di calciomercato: lo vogliono tutti, in primis l’Arsenal. Si vocifera che Arsen Wenger lo abbia contattato telefonicamente offrendogli un contratto plurimilionario ma il desiderio di continuare ad affermarsi in Germania è più forte di tutto, rifiuta e va avanti.
Centrocampista centrale — Johannes Geis
Approdato allo Schalke 04 appena un paio di anni fa, ha avuto un exploit strabiliante. Nell’incredulità generale, con il sudore e l’impegno, si è conquistato le redini del centrocampo della squadra. Abile con i piedi, si fa notare per la sua grande capacità nel recuperare e “ripulire” i palloni. La sorpresa.
Centrocampista centrale — Ivan Rakitić
Di centrocampisti del calibro del croato, soprannominato “rakete”, ne nascono uno ogni cinquant’anni, tant’è che non basterebbero fior di pagine per descrivere il suo talento. Interessatosi al mondo del calcio all’età di sedici anni, viene notato da diversi talent scout europei, ma firma con il Basilea. Grazie ai suoi genitori, che lo convincono a cambiare aria, la squadra di Gelsenkirchen lo strappa al club svizzero nell’estate 2007.
Rakitić può essere definito un vero e proprio “tuttocampista”, bravo ad impostare il gioco grazie alla sua notevole tecnica di base per poi inserirsi in area di rigore avversaria. Insomma, è il fulcro degli undici in campo, la palla passa sempre tra i suoi piedi. Non ha mai nascosto il suo amore per la Spagna, ragion per cui la sua compagna lo ha più volte invitato a trasferirsi a Siviglia ma per la società tedesca è considerato incedibile, senza la concorrenza di Messi e Cristiano Rolando avrebbe vinto il pallone d’oro già da un pezzo.
Centrocampista centrale — Leon Goretzka
Giovane e promettente, medaglia d’argento al torneo olimpico di calcio di Rio De Janeiro del 2016, il centrocampista centrale di Bochum — con i suoi piedi raffinati uniti ad una visione di gioco periferica — è il trait d’union tra il reparto difensivo e quello offensivo della squadra. Un perno.
Ala destra — Julian Draxler
Inserito nel 2012 nella lista dei migliori calciatori nati dopo il 1991 stilata da Don Balòn e campione del mondo con la Germania nel 2014, Julian è il classico esterno sinistro che però può giocare anche sulla destra. Le sue armi migliori: i dribbling da capogiro e il potente tiro da fuori. Draxler è salito alla ribalta negli ultimi anni attirando l’attenzione dei più grandi club europei, ragion per cui la proprietà del club tedesco ha deciso di blindarlo con una clausola da 45 milioni di euro.

Ala sinistra — Leroy Sané
Figlio di Souleyman Sané, ex calciatore con 55 presenze all’attivo con la nazionale senegalese, e di Regina Weber, ex campionessa di ginnastica ritmica tedesca, possiede la doppia cittadinanza tedesca e francese. Scoperto da Roberto Di Matteo, che ha creduto in lui facendolo esordire in prima squadra, è oggi un punto fermo nella rosa. Grazie alla sua velocità fulminea riesce a districarsi con estrema facilità tra le linee difensive avversarie. Imprendibile.
Prima punta — Klaas-Jan Huntelaar
Cresciuto nelle giovanili del PSV, nel 2006 viene acquistato dai rivali dell’Ajax. Con i “Lancieri”, Huntelaar si fa conoscere a livello internazionale, mantenendo una media realizzativa notevole e vincendo due Coppe e due Supercoppe d’Olanda. Si trasferisce prima al Real Madrid, poi al Milan, deludendo le aspettative con entrambe le maglie. Dal 2010 passa allo Schalke dove si sta nuovamente riaffermando grazie alla sua particolare efficacia in area di rigore e la sua bravura nel gioco aereo. Capocannoniere in campionato da cinque stagioni a questa parte, ha letteralmente fatto innamorare i tifosi che, per via del suo cognome, lo hanno soprannominato “The Hunter”. Il cacciatore.
E pensare che le seconde linee sarebbero di gran lunga superiori alla qualità media a cui si è abituato il pubblico tedesco.
Ralf Fahrmann
Il secondo portiere che tutti vorrebbero avere, se chiamato in causa si fa sempre trovare pronto.
Matija Nastasic
Centrale forte fisicamente e abile nel gioco aereo grazie alla sua altezza, 188cm. In serbia, suo paese d’origine, è considerato l’erede naturale di Nemanja Vidic.
Nabil Bentaleb
Centrocampista centrale dall’ottima falcata, impiegato il più delle volte nelle competizioni europee come valida alternativa Geis. Acquistato in prestito dal Tottenham nel 2016, la nuova proprietà non ci ha pensato due volte ed ha subito esercitato il diritto di riscatto.
Mesut Özil
Turco con passaporto tedesco di terza generazione, è uno dei giocatori più rappresentativi della nazione. Rapidissimo palla al piede e dotato di una strabiliante visione di gioco, Özil fa del passaggio smarcante la sua arma in più e usa il bagaglio tecnico di tutto rispetto per colmare i suoi deficit caratteriali. In una recente intervista, egli stesso ha affermato che il suo sentimento per il calcio proviene dal lato turco, mentre il suo atteggiamento e la sua disciplina dalla parte tedesca. Controverso.

Roman Neustadter
Rigore e disciplina, difesa o centrocampo che sia. Testa tedesca ma cuore russo.
Max Meyer
Il gioiellino di Gelsenkirchen. Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette.
Lewis Holtby
Figlio di un soldato inglese e di una donna tedesca, Holtby ha iniziato a giocare nelle giovanili del Grün-Weiss Sparta Gerderath, per poi passare al Borussia Monchengladbach all’età di 11 anni. Giusto il tempo di trasferirsi un paio d’anni all’Alemannia Aaachen e lo Schalke lo accoglie a a braccia aperte. Attenzione, potrebbe rivelarsi una scoperta.
Jefferson Farfán
La Foquita: così è soprannominato in Perù, è l’attaccante che tutti vorrebbero avere. Fatalità o meno, appena mette piede sul terreno di gioco la butta dentro. Può ricoprire qualsiasi ruolo offensivo.
Articolo a cura di Andrea Angelucci — Classe ’95, studente di Giurisprudenza all’Università La Sapienza di Roma e appassionato di musica inglese, inizia a dedicarsi alla scrittura quando capisce di non poter avere un futuro con il pallone tra i piedi.

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