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Lunga vita alla Mercatone Uno del Pirata Marco Pantani

Lunga vita alla Mercatone Uno

Dopo 42 anni, il 23 novembre è finita la storia imprenditoriale della Mercatone Uno, storico simbolo della distribuzione e del ciclismo.

La società di origine emiliana ha condiviso un destino fin troppo simile al suo uomo di punta negli anni di attività: Marco Pantani.  Per entrambi una parabola pressoché identica: la veloce ascesa, il successo, eccezionale ma allo stesso tempo rapidissimo, e il profondo declino. 

Gli inizi

Romano Cenni negli anni ‘70 costituisce la società Siel, per la vendita di radio televisori e elettrodomestici con l’apertura in Romagna del primo punto Mercato Germnvox. Bisognerà però attendere gli anni ‘90 per l’ascesa del marchio che arriverà a farsi conoscere in tutta Italia. 

Cenni inizia ad investire nel mondo del ciclismo già negli anni ‘60/‘70 ma è alla fine degli anni ‘90 che nasce la Mercatone Uno, vestita di giallo azzurro, come la si conosce oggi.

E’ il 1997 quando Romano Cenni decide di creare un team intorno a Marco Pantani. È un azzardo, il campione emiliano è rimasto inattivo per tutto il 1996 a causa della caduta rimediata alla Milano-Torino, dopo l’incidente con un fuoristrada che viaggiava contromano. 

Insieme a Pantani vengono messi sotto contratto nove dei suoi ex compagni alla CarreraLuciano Pezzi ricopre il ruolo di team manager e Giuseppe Martinelli quello di DS. 

Il primo grande giro della nuova Mercatone Uno è però caratterizzato dalla sfortuna; lungo la discesa del valico di Chiunzi Pantani cade, a causa dell’attraversamento di un gatto nero ed è costretto al ritiro. Le conseguenze non sono così gravi e il campione emiliano si presenta al Tour de France, dove riesce a piazzarsi sul podio finale, dietro a UllrichVirenque, grazie alle vittorie all’Alpe D’huez e a Morzine. 

Gli anni d’oro

Nel 1998, anno più importante nella storia del Mercatone Uno, allo sponsor emiliano si affianca anche la Bianchi (Mercatone Uno – Bianchi) ed è proprio in sella all’iconica bici verde acqua che Pantani scriverà una pagina indissolubile di questo sport andando a vincere sia Giro che Tour.

Ai nastri di partenza del giro i rivali sono Zulle e Tonkov, quest’ultimo forte della vittoria nel 1996 e del secondo posto nel 1997. Ultimo a cedere agli attacchi di Pantani è proprio il russo in uno storico duello nella frazione di Plan di Montecampione che, dopo una serie infiniti di attacchi da parte dei due campioni, vede lo scalatore italiano vincere la tappa ma soprattutto ipotecare la vittoria finale.

Al Tour de France la prima settimana si rivela più complicata del previsto con lo scalatore emiliano che accumula un ritardo superiore ai 4 minuti. La svolta decisiva si ha nella tappa con arrivo a Les Duex Alpes. Pantani a 5o km dall’arrivo attacca sulle pendenze del Galibier, allo scollinamento ha gia recuperato quasi tutti i minuti che lo separano dal primo in classifica, nonostante la pioggia e il freddo mantiene il distacco in discesa e sull’ultima salita di giornata guadagna ancora, tanto da rifilare 9 minuti a Ullrich. L’attuale ct della nazionale Davide Cassani, ai tempi commentatore, dirà anni dopo di non aver mai visto nessun andar cosi veloce in salita.  Il ciclista tedesco, nelle ultime tappe, recupera qualche minuto ma non abbastanza per non permettere a Pantani di vestirà la maglia gialla a Parigi.

Il 1999 sembra proseguire sulla falsa riga dell’anno precedente e Pantani è in ottima condizione, ne è prova l’ascesa sulla salita di Oropa, dove recupera e sorpassa uno ad uno tutti i ciclisti che lo avevano staccato ai piedi della salita a causa di un problema meccanico.

Il 5 giugno a Madonna del Campiglio, Pantani ha la vittoria in pugno con ben 5 minuti sul secondo ma prima della partenza vengono resi noti i risultati dei controlli svolti dall’Uci. In base ai risultati il valore di ematocrito di Pantani è superiore a quanto consentito e di conseguenza la maglia rosa viene squalificata e sospesa. In seguito a questa discussa decisione la Mercatone Uno decide di ritirarsi dalla corsa. Pantani, ancora scosso dall’accaduto, decide di non presentarsi al Tour nonostante il periodo di squalifica fosse già concluso.

Il turno di Garzelli

Il 2000 è l’anno di Stefano Garzelli, passato professionista proprio con il team emiliano e fido gregario di Pantani. Al Giro Garzelli si presenta con i gradi di capitano e Pantani, a causa di una condizione non ottima, veste i ruoli del gregario. Grazie ad una superba prestazione nella cronometro di Sestriere, penultima tappa, il capitano della formazione emiliana conquista la corsa rosa a discapito di Francesco Casagrande.

L’obbiettivo stagionale di Pantani diventa dunque il Tour. Nelle prime tappe accumula un distacco notevole dall’americano Lance Amstrong, ritardo che diminuisce grazie alle iconiche vittorie sul Mont Ventoux e a Courchevel.  Nella tappa di Morizine il Pirata, infastidito dalle dichiarazioni di Lance Armstrong, che aveva dichiarato di aver lasciato di proposito la vittoria di tappa all’italiano sulle pendici del Monte Ventoux, prova a ribaltare la Grand Boucle. A 130 km dal traguardo Pantani attacca, dietro Amstrong organizza l’inseguimento. Mancano 44 km dall’arrivo e Pantani viene ripreso, a causa della poca collaborazione e di problemi intestinali dovuti alla scarsa alimentazione, e lo stesso ciclista americano cede sull’ultima salita, a causa della fatica dell’inseguimento, ma difende per poco la maglia gialla. Finita la gara, Armstrong dichiarerà:

“E’ stata la giornata più difficile della mia vita di corridore. Mi sono trovato in forte difficoltà su quest’ultima salita e adesso mi sento come un pugile salvato dal suono del gong… però Pantani non l’ho capito, in questo Tour avrebbe potuto salire sul podio con me a Parigi”.

Lance Armstrong

La risposta di Pantani non tarda ad arrivare.

“Volevo semplicemente far saltare il Tour de France, il secondo posto a Parigi non mi interessava. Se non avessi avuto problemi fisici, nel finale ci saremmo tutti divertiti. Tutti tranne Armstrong.”.

Marco Pantani

La sera stessa Pantani si ritira per febbre, ritiro che viene inteso dagli organizzatori come una fuga per evitare i controlli e sarà alla base dei futuri mancati inviti alle edizioni successive. 

Il declino

Il 2001 è l’inizio della discesa della Mercatone Uno e del suo uomo simbolo, Marco Pantani. Garzelli passa alla Mapei e Pantani è distratto da fatti esterni alle corse, come il processo per frode sportiva per fatti risalenti al 2005. Su 14 competizioni a cui partecipa si ritira 8 volte, tra cui Giro e Vuelta. Al Tour la squadra non viene invitata.

Nel 2002 Martinelli, memorabile direttore sportivo che negli anni a venire affiancherà Vincenzo Nibali in numerose vittorie, passa alla Saeco; storica la sua frase in merito a Marco Pantani “È un ragazzo eccezionale, ma quanto tribolare”. Al suo posto arriva Marino Amadori, ma i risultati sono pressoché identici a quelli dell’anno precedente.

Il 2003 è l’anno della fine del team emiliano, Pantani non riesce a dominare sulle salite come un tempo e chiude 14° al giro, pur di partecipare al Tour prova a farsi ingaggiare, in particolare dal Team Bianchi di Ullrich, ma l’accordo fallisce e per il terzo anno consecutivo è costretto a non partecipare. Il 21 giugno inizia la sua cura per depressione e dipendenza da alcol. La Mercatone Uno raccoglie la sua ultima vittoria il 14 settembre nei Paesi Bassi con Enrico Degano

Il fallimento societario

Sul piano economico le difficoltà iniziano a palesarsi in seguito alla crisi mondiale del 2008, la riduzione dei punti vendita non da i risultati sperati e nel 2015 la società entra in amministrazione straordinaria; intanto, a carico dei vertici societari, la procura di Bologna apre un’inchiesta per bancarotta fraudolenta per distrazione. 

Nel 2018 con l’acquisizione da parte della Shernon Holding sembra riaccendersi la speranza. L’illusione dura poco e nel maggio 2019 la Shernon Holding viene dichiarata fallita.  È notizia di pochi giorni fa che il Mise dopo 5 anni di amministrazione straordinaria staccherà la spina, lasciando scoperto un buco pari a 800 milioni. 

Seppur inattiva nel mondo dello sport dal 2003 l’ultima attività ricollegata alla Mercatone Uno sarà legata al mondo del ciclismo. Infatti il 9 dicembre saranno venduti 37 cimeli del ciclismo italiano legati a Pantani e all’intera squadra. Oltre alle bici su misura di Pantani, usate nel 2000 durante il Tour de France e le Olimpiadi di Sidney, saranno battute all’asta maglie, trofei e sculture legate alla squadra emiliana.

Non aiuterà minimamente a colmare il buco economico lasciato. Le bici sono valutate “appena” 25-30mila euro ciascuna, ma è simbolico che l’ultimo gesto di aiuto alla Mercatone Uno arrivi dal mondo del ciclismo. Mondo in cui in prima persona il team emiliano ha contribuito a scrivere la storia. Tanto più quest’anno che il Pirata avrebbe compiuto 50 anni.

a cura di Francesco Berio

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