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#Messi600 | Crampi Sportivi

#Messi600

Esiste una sensazione, uno stato d’animo difficile da spiegare

Lo si prova quando si fa esperienza di qualcosa che raggiunge il suo massimo livello.
Lo si prova quando parte la tromba nella scena finale di Taxi Driver, quando leggiamo le ultimissime pagine di Cuore di tenebra. Quando ascoltiamo quei primissimi istanti di album come Californication.

È la stranissima sensazione che si prova quando la felicità di assistere alla perfezione sta per alternarsi con la tristezza. La tristezza che dà la consapevolezza che d’ora in poi, sarà difficile provare di nuovo quella sensazione, se mai risuccederà.

Allora si assiste inermi, indecisi se esser grati o infastiditi da un’opera che elevandosi offusca tutto il resto, prima e dopo.
È la sensazione che si prova guardando Lionel Messi, che incarna e riproduce la versione migliore di se stesso ogni giorno, ormai da più di un decennio.

Il 600esimo gol di Leo in maglia blaugrana è solo un pretesto per la celebrazione, per la devozione religiosa a un’entità che è destinata a tramandarsi all’infinito, fino a quando ciò che è reale e ciò che è mito inizieranno a mescolarsi.

Intanto, come si fa per gli scrittori, i cineasti, i pittori più importanti, ora per Messi delineiamo il significato del Numero 10 attraverso le sue testimonianze lasciate sul campo.

In una parte nascosta della nostra redazione, abbiamo riaperto e spolverato uno scrigno contenente i VHS dei primi goal della pulce: realizzazioni che hanno contribuito ad allontanare l’uomo dalla sua sfera terrena, trasformando Leo in un’emozione. In un personaggio biblico.


Supercoppa Europea | Porto vs Barcellona | 26/08/2011

Goal scelto da Mattia Musio

Il mio goal preferito di Messi ci riporta al 26 agosto 2011, allo Stade Louis II. La supercoppa europea tra Porto e Barcellona è in bilico sullo 0-0 a pochi minuti dalla fine del primo tempo. Guarín dopo un primo tempo di buona fattura compie il suicidio tattico con un retropassaggio di 25 metri, senza accorgersi che Messi vagava tra le retrovie, nei pressi di Hélton.

Messi ha 3 – 4 secondi dal momento in cui entra in possesso del pallone e l’arrivo di Hélton, nella più classica delle uscite disperate. Tre-barra-quattro secondi in cui Messi può fare goal in qualsiasi modo, nella più assoluta libertà. I primi tre li spende guardando Hélton che si avvicina fino a diventare la sua ombra. Il quarto lo usa per una finta di corpo con cui si smaterializza, lasciandosi alle spalle il portiere brasiliano,
che si accartoccia su sé stesso.

Questo per me è l’emblema della sensazione che si prova quando si guarda Messi: l’assoluta necessità di esprimere bellezza, difficoltà e genio anche quando si ha alla portata il goal più facile dell’anno. Anche durante una Supercoppa ferma sulla parità. Ma se non è difficile, se non è bello: allora non è Messi.

La palla va da Messi anche quando non è lui a volerlo

Champions League | Barcellona vs Arsenal | 8/03/2011

Goal scelto da Gianmarco Lotti 

Il calcio è uno sport straordinario perché permette a chiunque, almeno una volta nella vita, di segnare in rovesciata, di riuscire a fare un gol con bel tiro al volo. È straordinario anche perché c’è chi queste prodezze le fa con naturalezza e le ‘insegna’ praticamente ogni volta che scende in campo.

Leo Messi in vita sua ha più gol segnati che parole pronunciate davanti a un microfono, e una di queste reti è quella che chiunque ha sempre sognato di fare al campetto.

Barcellona-Arsenal, marzo 2011, Champions League. All’andata 2-1 Gunners, al ritorno i blaugrana devono vincere. Al 48′ del primo tempo, ecco Messi col gol che vorremmo fare.

Iniesta gli dà una palla alla Iniesta, la Pulce ha davanti Almunia e migliaia di tifosi. Lo spagnolo va in uscita bassa facendo ciò che ogni portiere dovrebbe fare. Ma lì, oplà, Messi alza il pallonetto più basso del mondo e lo salta, per depositare in goal di sinistro. Servono tre-quattro replay per concepire cosa ha fatto l’argentino. Non sarà la finta più memorabile della storia, ma di certo è una delle più geniali. Forse è pure inutile provare a rifarla con gli amici.

Messi dà il via a La Remuntada

LaLiga | Real Zaragoza vs Barcellona | 21/03/2010

Goal scelto da Giacomo Manini

Il Real Zaragoza, neo promosso in Liga, il 21/03/2010 affronta alla Romareda il Barcellona campione di tutto. I blaugrana sono primi in classifica e vengono dal 3 a 0 al Valencia, con tripletta di Messi ovviamente, e dal rotondo 4 a 0 allo Stoccarda in Champions, con doppieta di Messi ovviamente.

A Saragozza va in scena il terzo atto di una delle settimane perfette del 10 argentino. Al minuto 4 segna di testa su cross mancino di Pedro ed essendo rari i gol di testa della Pulga (anche se ne ha segnato uno abbastanza pesante) si intuisce come questo sia il prodromo per qualcosa di glorioso. Infatti arriva lo 0-2 al 65° un gol atomico, a cui segue un mancino telecomandato dopo una combinazione con Don Andrés Iniesta.

L’indimenticabile attacante spagnolo Adrián Colunga ricuce il distacco segnando 2 reti, ma poi Zlatan Ibrahimovic, dopo essersi mangiato l’inverosimile, sancisce il 2 a 4 finale su rigore conquistato da Messi con una serie irreale di dribbling. C’è la partita intera su youtube 1 ora e mezza ben spesa, ve lo assicuro.

Il Goal. Messi sradica il pallone dai piedi di Herrera, combatte fisicamente per tenerlo e lo sposta con il destro per liberarsi dell’attuale centrocampista del Man.United. Già solo per questo possiamo constatare le sue doti fisiche, troppo spesso marginalizzate come se lui fosse nato col talento senza bisogno di lavorare, e la sua abilità nella fase di non possesso (quando vuole). [Possiamo vedere come sono in 4 i blaugrana in zona palla #PepGuardiola].

Si para davanti a lui l’uruguagio Carlos Diogo e prontamente evita la scivolata con un tocco mancino, a quel punto ci prova l’italiano Matteo Contini a fermarlo con un ottimo scatto in diagonale a tagliarli il campo: allora Messi legge la situazione e inizia a sterzare già fuori dall’area, sterza repentinamente di nuovo per disorientarlo, vuole stordire Contini come un incantatore di serpenti.

Una volta riposizionatosi sul suo piede preferito dopo aver stordito l’avversario, può finalmente iniettare il suo veleno con un morso in diagonale imparabile. Fa il tutto con una velocità, una tecnica e un controllo palla a dir poco abbacinanti; che altro dire, siamo solo tutti umili testimoni e debitori.


Messi versione prova a prendermi

I Goal scelti dal nostro gruppo

Abbiamo chiesto all’interno del nostro gruppo Facebook, il Divano di Crampi, di citare alcuni dei vostri goal preferiti di Messi. Tra quelli segnalati, abbiamo scelto questi.

“Direi il secondo goal in semifinale di Champions 2015 contro il Bayern. Neuer era in forma stratosferica ma Messi prima lo ha uccellato da fuori area e poi con quello scavetto delizioso dopo aver ubriacato Boateng”.

Alessandro Petrucci da il DIvano di Crampi
Questo goal non ha senso

Champions League 2010-2011, semifinale di andata. Si gioca El Clàsico al Bernabeu.
Dopo una partita intensissima e nervosissima il Barcellona si trova in vantaggio per 0-1 con gol (ovviamente) di Messi. 
Dopo il vantaggio il Barça palleggia umiliando il Real in casa loro. La partita sembra terminata ma Messi non ha ancora finito. A 5 minuti dal fischio finale Busquets riceve da Messi a metà campo, e, con un tocco a seguire, regala un assist pregevole quanto semplice. Messi raccoglie e si invola verso la trequarti del Madrid, semina Diarra, con un cambio di direzione taglia fuori Ramos e dribla seccamente Albiol.
Una volta entrato in area evita Marcelo e con il destro incrocia spiazzando Casillas e anticipando il generoso, ma vano, tentativo di recupero di Ramos. 
È 0-2, è delirio Blaugrana, è Leo Messi.

Davide Ceppi da Il Divano di Crampi
La lunga storia dei goal di Messi al Real Madrid
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