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I migliori profili Instagram della Champions League 2020/21

I migliori profili Instagram della Champions League 2020/21

Una guida che ti spiega come ingannare il tempo durante un check-review del VAR

Instagram è un verbo. In molti lo vivono come una specie di religione, ok; ma è letteralmente un verbo da quando l’editore Merriam-Webster ha inserito “to Instagram” (in italiano “instagrammare”) nel suo dizionario, definendolo come l’azione di “postare una foto sull’omonima piattaforma”. Tuttavia, pubblicare un post non è solo questo: dietro si celano obiettivi profondi, ambizioni più grandi; ad esempio la volontà di mettersi in vetrina e migliorare la propria immagine pubblica.

Non fanno eccezione i club calcistici. Ok, magari non posteranno street food o scorci delle Cinque Terre per rimorchiare (tranne il Venezia, il Venezia lo fa ma non per rimorchiare), ma insomma anche le grandi squadre usano i social media, e in particolare Instagram, per estendere la propria immagine. Di più: per rafforzare il proprio brand sul mercato e aumentare le possibilità di monetizzazione.

E allora perché, visto che la comunicazione è diventata così centrale per il fatturato di un club, oltre ai calciatori non vengono osannati come meritano anche i Social Media Managers?

A rimediare a quest’ingiustizia però ci ha pensato questo pezzo. Di seguito vi proponiamo una selezione dei più interessanti account Instagram della competizione più instagrammabile dell’anno, ovviamente, la Champions League. Nello stilarla, non abbiamo strizzato l’occhio al valore “sul campo” delle rose, né al peso dei palmarès: non abbiamo guardato in faccia a nessuno, in pratica. Solo loro: i Social Media Manager e la loro abilità nella sottile arte della visual communication.

Ajax | Il profilo migliore

Se la cavalcata europea dell’Ajax due stagioni fa vi ha gratificato, molto probabilmente siete delle ottime persone. E allora perché non continuare a sognare dietro a quell’atmosfera da gita del liceo, da pezzo dei Blink-182? Vi basterà seguire i lancieri su Instagram.

Tanto per cominciare quello dell’Ajax è l’account più calcio-friendly di tutti, per il semplice fatto che, fedele alla tradizione tecnico-centrica del club, è quello che letteralmente mostra di più il pallone. Le giocate delle partite si alternano ai video degli allenamenti, dove capita spesso di sentire i due suoni più piacevoli del calcio: il rumore dei tacchetti lungo il percorso che porta al campo, e quello del pallone quando viene calciato. Johan Cruijff, leggenda del club, diceva che si può valutare la qualità di un giocatore dal suono che emette il pallone mentre calcia. E niente, il profilo IG dei lancieri sembra costruito apposta per soddisfare questo piacere uditivo.

Ma l’Ajax è soprattutto un club fatto della stessa sostanza della giovinezza, e se già la prima squadra – caratterizzata da età media bassissima e giocatori freak (per ogni Ziyech o Sergiño Dest in uscita c’è un freschissimo Mohammed Kudus pronto a subentrare) – soddisfa ampiamente questo carattere, l’account Instagram va ancora oltre, dedicando tantissimo spazio a tutte le formazioni giovanili fin quasi ai pulcini.

In quale altro profilo trovate questa continuità tra la prima squadra e dei ragazzini di 12 anni? Nessuno.

Da questo punto di vista è molto gratificante scorrere il profilo il sabato pomeriggio, quando le stories presentano una maratona ajacide con le azioni – riprese da bordocampo nel mitico campo De Toekomst (letteralmente “il futuro”) – delle partite delle varie categorie giovanili. Personalmente fa venire voglia di prendere un aereo e trascorrere tutti i sabati della mia vita su quegli spalti, ma vedete un po’ voi.

Cos’altro dire. La grafica è ben curata e fresca, gli impegni agonistici ben documentati e i contenuti molto vari e divertenti (per dire c’è un video di Tagliafico (!) che disegna grandiosamente (!!) un ritratto di Aiace Telamonio, simbolo del club). E anche i momenti amarcord sono tanta roba, visto il grande passato del club.

Ora guardate un attimo dentro di voi: l’Ajax ha o non ha conquistato un posticino al caldo nel vostro cuore?

Man City | One man account

Il profilo del City è la vetrina della felicità degli “Sky Blues”: le facce sono distese, lo stile grafico leggero e giovanile, e pure la sezione femminile viene parecchio rappresentata. Gli manca però una nota di unicità, un elemento che renda l’account immediatamente riconoscibile. Insomma, è bello ma non ci vivrei.

La principale ragione per seguirlo, in sostanza, resta l’impareggiabile fotogenia del loro mister, Pep Guardiola aka l’allenatore meglio vestito di sempre.

Li sceglie lui gli outfit? O gli sono “imposti” dagli stilisti del club? Non lo so, però gli sta tutto molto bene. Ecco qualche esempio:

4. Maestro dell’abbinamento ABA

Qui Guardiola ti insegna il metodo più semplice e sicuro per essere elegante: l’abbinamento ABA. Come funziona? Semplice, è come lo schema ABA nelle terzine: basta mettere la maglia di un colore, il pantalone di un secondo colore (più contrastato meglio è) e le scarpe del colore della maglia. Facile e garantito.

3. Chief Executive Officer

Avete presente Martin Bain, il primo CEO in Sunderland ‘til I die, quello SEMPRE esteticamente impeccabile ed elegante? Ecco, qui Guardiola sembra lui. Ma un po’ meno odioso dai.

2. Casual, con la maglietta un po’ dentro un po’ fuori

Questo modo di portare la maglia è ricorrente in Pep, quindi non può dirsi frutto di una distrazione. Non so, a me portare addosso un vezzo finto-disordinato mi metterebbe a disagio, ma su Pep sta benissimo.

1. Il colletto bianco

Il bordo bianco sotto il maglioncino a girocollo è un elemento caratteristico dell’iconografia guardioliana, come la bombetta nei quadri di Magritte. Mi domando però come fa a restargli sempre perfettamente in ordine e centrato. Guardiola indossa davvero una maglietta bianca nello strato inferiore, oppure il bordo è cucito insieme al golf? Possibile che, oltre al falso nove e ai falsi terzini registi, Pep abbia inventato anche il falso colletto? Può darsi.

Club Brugge | Il profilo della tua squadra Erasmus

Se stai pensando di trasferirti all’estero per un’esperienza di studio o lavoro, probabilmente hai vissuto in una bolla questi ultimi mesi e non sai che c’è una pandemia in corso. Molte cose sono cambiate nei nostri comportamenti e modi di vedere la vita, ma alcune cose sono rimaste immutate e lo saranno per sempre, come ad esempio scegliere la destinazione di un viaggio tenendo conto di un particolare interesse calcistico. “Che squadra potrò seguire quando sarò fuorisede?” “A quali colori potrò affezionarmi per sentirmi meno solo?” In questi casi poter spulciare Instagram come fosse un Tinder delle squadre di calcio è una vera manna dal cielo.

Beh, iniziamo subito col dire che La Tua Squadra Erasmus (così la chiameremo) deve essere necessariamente una squadra di nicchia, in modo da allacciarci un rapporto intimo e confidenziale che sarebbe impensabile con una big, per cui sconsigliamo Erasmus a Parigi, Londra, Madrid, Barcellona, etc. Fattore imprescindibile poi, il club deve avere una rosa imbottita di giocatori esotici, possibilmente con nomi impronunciabili per tutti ma non per te, che conoscerai la corretta pronuncia e ne potrai fare sfoggio con gli amici.

Stabiliti i prerequisiti, bisogna dire che le squadre Erasmus potenziali sono numerose: c’è il Porto (grande classico), il Ferencvaros (significherebbe Erasmus a Budapest, che è davvero da prendere in considerazione), il Midtjylland (da scartare perché a Herning, città danese dello Jutland centrale difficilmente troverai un’università). Ma quella con l’Instagram più allineato ai bandi dell’Erasmus+ è senz’altro il Club Brugge.

Un riassunto di cosa vuol dire Club Brugge

È una società piccola per la Champions (quarta fascia) ma tra le più forti in Belgio, e questo dovrebbe salvaguardare i tuoi nervi di tifoso “stagionale”. Ma ancora più importante è che il Brugge, con una rosa giovane ai limiti dell’acerbo e straordinariamente multietnica, sembra esso stesso un gruppo di giocatori in Erasmus, una combriccola scanzonata con cui dovresti empatizzare facile. Anzi, con un po’ di fantasia il Bruges ti sembrerà esattamente la squadra dell’università, come in quei college americani dove di giorno i giocatori sono studenti normali. Ma insomma vedi tu, dopotutto attorno alla propria squadra ognuno cuce la narrazione che vuole.

Tu quando esci da lezione il venerdì

Se poi nelle accademie di Bruges non dovessi trovare un’offerta formativa soddisfacente, in effetti non è propriamente una città universitaria, puoi stabilirti nella vicinissima Gand che è più grande e ha una delle principali università del Paese. Non preoccuparti, da qui le partite de LTSE distano solo venti minuti di treno.

Inter | profilo più glamour

Curioso come una squadra che si chiami “Internazionale” e che storicamente non si fa problemi a tesserare stranieri in abbondanza incarni invece così bene l’essenza del nostro Paese. Con la sua epica fatta di emotività, di tragedia seguita da insperati quanto luminosi risvegli, poche squadre più della Pazza Inter hanno rappresentato l’italianità, cioè quello spirito che per Horace Walpole consisteva in “un sentimento di amore per il meraviglioso e il sovrannaturale” e che nel tempo ha raggiunto la massima realizzazione nell’arte barocca, nell’opera, nella moda e nella difesa a catenaccio.

Congratulazioni allora al social media manager dell’Inter (anzi, a Inter Media House), che ha preso questa natura irrazionale e viziosa della squadra e l’ha trasferita in un account Instagram degno di un film di Nicolas W. Refn: tutto è puro godimento estetico, tutto funziona secondo gli algoritmi della moda (e dei social), di cui Milano, come dicono, ne è la capitale. La grafica è sofisticata ma elegante, i toni dominanti sono scuri e i ritocchi al Photoshop studiati in modo che i primi piani sembrino staccarsi dall’oscurità dello sfondo (una metafora della voglia di uscire dal limbo degli ultimi anni? Bello!) in un’estetica mezzo caravaggesca. Milano non sarà una città barocca nell’estetica ma forse lo è nell’essenza: cos’è infatti la moda se non simulazione, finzione? E cos’è il barocco se non affabulazione, quindi teatro, messinscena? (E poi Caravaggio era milanese, dopotutto).

Nel profilo dell’Inter niente è “acqua e sapone”, tutto è manipolato e caricato di una tensione magnetica e vagamente sinistra. La stessa che deve suscitare la Pazza Inter nei suoi tifosi, che nell’inno di Elio si chiedono con tormento “cosa c’è di meglio di una continua sofferenza per arrivare alla vittoria?”.

Il profilo più Europa League

Potrei sbagliarmi, ma mi sembra che quest’anno la dispersione geografica delle squadre della Champions sia più allargata che mai con così tante squadre dell’est Europa e anche una scandinava. Automaticamente questo comporta una lunga lista di potenziali “squadre Europa League”, che se non avete idea di cosa significhi, ecco un meme comprensibile da Zoomer e Boomer che ve lo spiega:

Squadra Europa League essere come:

Chiaro vero? Bene. Ora, tra le papabili Squadre Europa League sembrerebbe che Ferencvaros e Istanbul Basaksehir abbiano qualcosa in più (o in meno), tuttavia sceglierne solo una delle due è molto difficile. È come dire: meglio una torta Esterházy in un caffè di Budapest o un kebab per le strade di Istanbul? La magia dell’impero austro-ungarico o di quello ottomano?

A decidere il vincitore saranno allora i rigori, immaginando però che siano i rispettivi social media manager a tirarli.

1. Quant’è una nobile decaduta

Ferencvaros: gol sicuro

Basaksehir: alto, alle stelle

Il SMM ungherese si presenta sul dischetto già col sorriso. Il suo Ferencvárosi Torna Club è un club prestigioso. Ok, non avrà fatto da spina dorsale alla mitica Ungheria del ’54, ma si difende bene, con una Coppa delle Fiere vinta contro la Juve nel ’65 e altre coppe strappate nel contesto asburgico. E anche un Pallone d’Oro, quello vinto da Florian Albert nel 1967.

Dall’altra parte il club turco (fondato nel 2014) non può nemmeno competere.

Conduce il Ferencvaros 1-0.

2. Quanto il logo sembra creato con un template trovato online

F: sbagliato apposta

B: gol, portiere spiazzato

Se l’Europa League ci ha abituati a una certa austerità, lo stemma del club turco sembra perfettamente una proiezione di quel mondo lì, quello delle partite del giovedì sera. Lo sfondo stellato da carta regalo, il font banale, l’eccentricità dell’arancio sopra il blu. Tutto sembra uscito da una lega Fantacalcistica.

Dall’altra parte il SMM ungherese, indignato per abbassarsi a questi livelli, dopo aver sbagliato il suo rigore si passa la mano sul suo stemma, facendo il gesto di togliere la polvere, poi lo mostra orgoglioso in camera sottolineando la data 1899 scritta in oro.

Pareggio Basaksehir 1-1.

3. Quanto la lingua è incomprensibile

F: gol

B: gol

Dal vangelo secondo Chiara Ferragni un profilo Instagram che si rispetti è fatto prevalentemente di immagini, e però quando c’è da scrivere poche lingue sono incomprensibili come il turco e l’ungherese, almeno tra quelle che usano il nostro stesso alfabeto.

Ancora pareggio, 2-2.

4. Contenuti più Europa League

F: gol

B: parato

Arrivati a questo punto il SMM del Basaksehir realizza che non gli interessa poi tanto ottenere l’etichetta ‘Europa League’. Si ricorda che tutto il lavoro grafico l’ha impostato per dare al club un’immagine moderna e occidentale; che i suoi riferimenti sono i club in rampa di lancio, come il Wolverhampton, con cui condivide l’arancione della maglia. Rinnegando allora l’umiltà delle sue origini – come il figlio di Mario Merola nello Zappatore – tira un rigore sofisticato, a cucchiaio, che però finisce mogio tra le mani del portiere.

Di contro, il suo omologo ungherese tira una bomba che sfonda la porta con l’arroganza di questo camion del club lanciato sull’Hungaroring.

Camion che è tipo uno store itinerante del Ferencvaros.

“>a quanto pare,

Conduce il Ferencvaros 3-2.

5. L’asso nella manica più Europa League

Per il rigore decisivo i due contendenti possono giocarsi una carta a scelta. Inizia il SMM turco, che va molto orgoglioso dei suoi video di presentazione dei nuovi acquisti. Tipo questo di Demba Ba del 2019:

È una presentazione molto non-sense, molto turca, quindi molto Europa League. Gol.

Il SMM ungherese rilancia col contenuto più intimamente mitteleuropeo del suo repertorio: questo post-omaggio ai tredici generali ungheresi che nel 1849 si ribellarono agli austriaci:

I Martiri d’Arad

Che a vederli così, baffuti, schierati a mo’ di formazione calcistica, potrebbero essere benissimo una formazione del Ferencvaros di inizi novecento impegnata in una crepuscolare coppa austro-ungarica (avete mai sentito parlare della Challenge-Cup?). Gol, ovviamente.

Verdetto: vince 4-3 il Ferencvaros, che si laurea Profilo IG più Europa League della Champions League 2020/21.

PSG | Il profilo meno calcistico

Avete presente quando la Juventus ha presentato il nuovo logo minimalista, costituito solo da una “J” stilizzata? Era il 2017 e la dirigenza bianconera presentò la nuova griffe come una svolta, un passo necessario per intercettare “non più solo agli appassionati di calcio”, dunque per “trascendere l’aspetto sportivo” e “imporre il brand in qualunque contesto”.

Ecco, scorrendo l’Instagram del Paris Saint-Germain si ha proprio quest’impressione, che la dimensione calcistica sia messa in secondo piano, ridimensionata. È un profilo molto ben fatto, con diverse rubriche di backstage e una grafica accattivante e mezzo street (il tipo di estetica su cui il club spinge da anni) eppure ha questo problema che non fa vedere quasi mai il pallone, né informa sugli impegni e i risultati della squadra. Mi spiego meglio. Ho apprezzato molto quegli account che dedicano il giusto spazio al “matchday”, con un post nel prepartita con l’undici titolare e uno al termine col tabellino. Al PSG invece, di queste informazioni nemmeno l’ombra.

L’Instagram dei parigini è un grande album fotografico dei giocatori (forse dovrei dire dipendenti?), ritratti da soli o in gruppo, spesso esultanti, ma senza riferimento immediato a una partita specifica. Forse la scarsa competitività del campionato francese c’entra qualcosa, non sappiamo, ma comunque al PSG sembrano non farsi problemi se domani, putacaso, il calcio dovesse finire. Come un’agenzia pubblicitaria si terrebbero Icardi e gli farebbero pubblicizzare una cravatta, Di Maria un anello e così via.

RB Salisburgo | Il profilo migliore dopo l’Ajax

Se avete presente la furia con cui l’anno scorso Haaland e compagni hanno fatto tremare Anfield, allora avrete familiarità con l’idea distruttiva di calcio promossa dalla Red Bull. Con un gioco sturm und drang – che potrebbe benissimo significare aggressione e transizioni, ancora più squilibrato di quello dei cugini di Lipsia, il Salisburgo è la cosa più simile a una sommossa che minaccia di abbattersi brutalmente sui palazzi dell’aristocrazia, con l’obiettivo di sciogliere l’argenteria e le porcellane per farne lattine di Red Bull.

Rispetto all’anno scorso Haaland e Minamino sono stati ceduti, è vero, ma Daka, Koita e soprattutto Szoboszlai sembrano poter fare le fiamme al posto loro. È noto infatti che alla Red Bull il capo del personale è Saruman in persona, e i calciatori vengono generati nelle viscere delle foreste austriache come gli orchi a Isengard.

Ma noi non siamo qui a giudicare l’essenza bensì la superficie, le immagini. E allora dobbiamo rendere merito al SMM austriaco per aver tradotto quest’idea di iper-dinamismo, questa freschezza e vivacità in un Instagram giovanile, dalla grafica elettrica.

L’account del Salisburgo è quello che più avvicina l’Ajax come account più cool, tuttavia si distingue per la diversa sfumatura di nuovo che rappresenta: se l’Ajax è la giovinezza pop di American Pie, il Salisburgo è l’eversione del punk. È Sid Vicious che dissacra il santone Frank Sinatra. Dopotutto, rompere la tradizione è l’obiettivo dichiarato di una dirigenza che va orgogliosa di non avere un passato; e che partecipa alla competizione calcistica più aristocratica portando alta la provocazione di Karl Kraus: “anche la vecchia Vienna un giorno era nuova”.


Articolo a cura di Damiano Primativo

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