Numeri particolari per un anno particolare

Dicembre è da sempre periodo di resoconti, classifiche e numeri, così è anche per il ciclismo. I dati che riassumono questo “sfortunato” 2020 sono tra i più particolari degli ultimi anni. “Particolari” non solo a causa dello stato emergenziale in cui si è svolta la stagione professionista, ma anche per un’evoluzione generazionale, tecnologica e culturale che sta interessando sempre più l’intero movimento ciclistico. Numeri alla mano, quest’anno, corridori provenienti da venti nazioni diverse hanno raccolto successi di tappa world tour, nel 2014 erano appena dodici.

Grandi Giri

Nonostante il calendario ristretto nessuno dei tre grandi giri è stato cancellato. Il Tour è stato conquistato dallo sloveno Tadej Pogacar, il Giro dall’inglese Tao Geoghegan Hart e la Vuelta dallo sloveno Primoz Roglic. In tutti e tre i grandi giri il vincitore si è imposto con un distacco inferiore al minuto sul secondo classificato, mai era successo prima (Tour de France: secondo classificato Primoz Roglic + 59 secondi; Giro d’Italia: secondo classificato Jai Hindley + 39 secondi; Vuelta: secondo classificato Richard Carapaz + 24 secondi).

A testimonianza che l’Italia, seppur senza nessun ciclista di punta per le classifiche a tappe e nessuna squadra di proprietà nostrana, rimane la nazione di riferimento per il know how del mondo del ciclismo, tutti e tre i vincitori hanno guidato bici italiane; rispettivamente Pogacar una Colnago, Geoghegan Hart una Pinarello e Roglic una Bianchi. Nessuna delle tre montava freni a disco.

Al Tour la Slovenia è stata la protagonista assoluta. Pogacar, protagonista di una prestazione memorabile nella penultima tappa, ha recuperato 57” al connazionale Roglic.

Pogacar, salito sul gradino più alto del podio a Parigi, a 21 anni e 364 giorni è diventato il secondo ciclista più giovane a vincere il Tour de France, dietro solo al francese Henri Cornet, che vinse il Tour de France 1904 a 19 anni e 352 giorni.

La vittoria nella crono a La Planche des Belles Filles ha permesso inoltre al giovane sloveno di indossare a Parigi anche la maglia a pois, leader della classifica scalatori, e la maglia bianca, leader fra i giovani. Era dai tempi di Eddy Merckx che non si vedeva lo stesso ciclista vincere tre classifiche al Tour.

Eddy Merckx

“Imprevedibilità” è la parola che meglio descrive il Giro edizione 103. Nelle tre settimane di gara, non solo non vi è mai stato un vero padrone della classifica generale, ma la stessa top five è stata stravolta ad ogni arrivo in alta quota, e questo è avvenuto fino all’ultimissimo giorno di gara. Mai prima era accaduto infatti, che due corridori arrivassero alla crono conclusiva con lo stesso identico tempo in classifica. Altra testimonianza dell’imprevedibilità di questa edizione del Giro è data dal fatto che il vincitore Geoghegan Hart ha conquistato per la prima volta la vetta della classifica solo dopo la cronometro di Milano. Nelle 103 edizioni precedenti non era mai successo che la maglia rosa fosse indossata per la prima vota all’ultima tappa.

A consolare l’Italia ci ha pensato Filippo Ganna, che ha vinto la gara più veloce dell’anno conquistando il prologo del Giro con una media di 58.8 km/h. Il record della gara più veloce degli ultimi vent’anni è stato solo sfiorato; infatti  Rick Verbrugghe, capace di far registrare 58,9 km/h nel 2001. Il cronoman di Verbania inoltre è stato capace di vincere le tre gare contro il tempo più veloci dell’anno fra cui il mondiale di Imola.

A causa della caduta rimediata lungo le strade del Lombardia, Remco Evenepoel non ha potuto partecipare al Giro. Fino ad allora, in solo ventre giorni di gara è riuscito a raccogliere nove vittorie e a vincere quasi tutte le gare tappe a cui si è presentato. Visti i risultati raccolti sarebbe stato un sicuro protagonista.

Nonostante l’attacco nella penultima tappa da parte di Richard Carapaz sulle pendenze dell’Alto de la Covatilla , Primoz Roglic ha vinto  per la seconda volta consecutiva la Vuelta. È l’ottavo corridore nella storia ad essere arrivato due volte sul podio in due anni consecutivi nei grandi giri (2019 Giro e Vuelta; 2020Tour e Vuelta). Era da 35 anni che non risultavano decisivi i secondi di abbuono per decidere la classifica generale; avrebbe infatti vinto di 8 secondi la classifica generale il colombiano Carapaz se non vi fossero stati i secondi di abbuono. 

Lo sloveno ha inoltre vinto la classifica punti. Classifica che, grazie ai numerosi arrivi in salita, non è mai stata in discussione fin dal primo giorno di gara. Era dai tempi di Cipollini che qualcuno non teneva la maglia verde dalla prima all’ultima tappa.

Record solo sfiorato invece da Sam Bennet, capace di vincere la tappa conclusiva del Giro e del Tour ma arrivato solo secondo all’arrivo di Madrid. Nella storia solo Magni e Van Steinberg sono riusciti ad imporsi in tutte e tre le tappe conclusive dei grandi giri nello stesso anno.  

Gare di un giorno

Quest’anno, a causa della seconda ondata del covid, la Parigi-Roubaix non si è disputata. Nella storia della Roubaix solo la guerra era riuscita a sospendere questa corsa. Non si erano corse le edizioni tra il 1915 e 1918 e poi quelle tra il 1940 e 1942. Fortunatamente le altre classiche si sono disposate regolarmente e i soli corridori ad aver partecipato a tutte quattro sono stati i due italiani Davide Martinelli e Alberto Bettiol e l’olandese Mathieu van der Poel, unico ad averle portate tutte a termine. Van der Poel è riuscito ad aggiudicarsi il Giro delle Fiandre 2020 con una vittoria allo sprint sul rivale Wout Van Aert, già vincitore quest’anno della Milano-Sanremo e della Strade Bianche.

Julian Alaphilippe, uno dei principali protagonista delle gare di un giorno negli ultimi anni , non ha potuto disputare per intero la stagione 2020, a causa di una terribile caduta rimediata al Giro delle Fiandre Ciò non gli ha impedito di riportare, dopo 23 anni, il titolo mondiale in Francia, grazie alla vittoria ad Imola. Sempre in tema di Mondiali, il belga Wout Van Aert ha conquistato due argenti, su strada e a cronometro, nell’arco di pochi giorni.  La conquista di due medaglie mondiali nello stesso anno era riuscita solamente a Miguel Indurain e Abraham Olano.

Ritornando alle classiche, Jakob Fuglsang si è aggiudicato il Giro di Lombardia, corso insolitamente nel giorno di ferragosto, e Primož Roglič la Liegi-Bastogne-Liegi, nel finale più “beffardo” dell’anno. Alaphilippe credendo di aver vinto la volata al traguardo, ha alzato le braccia in segno di festa, solo per rendersi subito conto con orrore che Roglič si era insinuato alla sua destra e lo aveva sorpassato sulla linea. L’ultimo corridore a conquistare nello stesso anno sia un grande giro e sia una classica era stato Danilo di Luca nel 2008.

Classifiche

Per la prima volta nella storia i ciclisti che guidano la classifica individuale UCI World Ranking sono sloveni, primo Roglic (4 237 punti) che ha staccato il connazionale Pogacar(3 055 punti) per più di mille punti. Chiude il podio, il compagno di squadra del primo classificato, il belga Van Aert (2700 punti). Roglic, nel 2020 è stato capace di piazzarsi 12 volte primo, 13 volte secondo e 32 volte fra i primi dieci, in cinquanta giorni di corsa; numeri sbalorditivi ed insoliti per un uomo da classifica.  Diego Ulissi è il primo degli italiani, i suoi 1 671 punti gli hanno permesso di classificarsi ottavo. Arnaud Démare, ciclista con più vittorie in stagione, ben 14, si è classificato nono. 

Piccola curiosità riguarda Froome, che essendo stato sanzionato con 15 punti nella classifica ranking UCI, per non essersi presentato al foglio firma prima della partenza della tappa n° 15 della Vuelta e non avendo raccolto nessun punto durante l’anno, ha concluso l’anno in “negativo”.

Chris Froome
Chris Froome

Sanzioni

Nel mondo del ciclismo ha destato molto stupore la divisa sfoggiata da team EF Pro Cycling al Giro, essendo stata invitata dall’organizzazione a sostituire la classifica divisa in modo tale da non confonderla con la maglia rosa. La divisa realizzata solo per il Giro è nata da una collaborazione col brand americano Palace, che ha inserito diverse grafiche colorate e l’immagine di un papero sia sulle bicilette che sulle divise. Durante le tre settimane di Giro il team è stato sanzionato per l’utilizzo di «abbigliamento non regolamentare durante gli obblighi protocollari», ossia durante la cerimonia di presentazione, venendo sanzionata di 500 franchi svizzeri per ogni corridore cui sommare la medesima cifra per il direttore sportivo responsabile. Questo esborso ha contribuito a far diventare il team EF il più colpito dalle sanzioni UCI durante il 2020 con ben 27 multe. Infatti su un totale di 67mila franchi raccolti dall’UCI, 9 mila sono state versate da team statunitense.

PH: Cycling Tips
Condividici

Commenta



Copyright 2018 Crampi Sportivi © All Rights Reserved