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Sono Zaniolosessuale: lettera d'amore a Nicolò Zaniolo - Crampi Sportivi

Sono Zaniolosessuale

Ciao Nicolò.

Tu non mi conosci, almeno credo. Non so, mi sembri tanto un ragazzo a modo che magari già leggevi Crampi Sportivi a 16 anni. Io ti conosco, invece. Ormai ti conoscono tutti, dopo ieri un po’ in tutto il mondo, non è certo un merito il mio. Anzi, non ti conoscevo così bene prima di quella convocazione in nazionale senza aver nemmeno esordito in Serie A. Sembrava matto Mancini, sembrava stesse facendo un dispetto o uno scherzo. E sembrava matto pure Di Francesco quando ti ha messo titolare in Champions a Madrid con te che avevi al massimo giocato qualche partita in B. Come sembrava matto Monchi a volerti inserire in una trattativa che avrebbe, lo sapevamo tutti, dato il fianco al tifoso medio romanista: “Ma chi è ‘sto Zaniolo? Ao, avemo venduto un fenomeno come Radja, Core de Roma, e se semo presi un regazzino e Santon”. Come sembravano matti all’Inter a pagare un ragazzino della Primavera dell’Entella quasi 3 milioni.

Tutti matti.

Alla fine i matti veri stavano solo a Firenze, dove ti hanno lasciato andare senza battere ciglio, senza provare a fare di tutto per tenerti, distratti da trattative di routine e cambi di dirigenza sportiva. So anche che papà ti portò a giocare vicino casa per farti stare tranquillo, perché quasi nessuno ce la fa a sfondare e eventualmente avresti dovuto trovare un’alternativa ed è sempre meglio avere gli affetti vicini a quell’età se devi affrontare un brutto periodo. Sappiamo tutto di te perché ormai hanno cercato tutto, hanno intervistato tutti quelli che hai intorno, sono arrivati agli allenatori che hai avuto ai pulcini per chiedergli “a 6 anni era già così forte Zaniolo?“. Ma il passato non c’è più, il passato non esiste, è un concetto intangibile che rendiamo reale per darci una collocazione nella linea del tempo (ammesso che il tempo sia realmente lineare e realmente una convenzione e non, come pare, una dimensione vera e propria. Ma tu non te ne preoccupare).

Vederti sul campo è un’emozione. È vedere un tipo di giocatore nuovo eppure d’altri tempi. Nuovo per il modo di interpretare il calcio, con fisicità e intelligenza tattica superiori ma allo stesso tempo una classe che difficilmente si vede in un ragazzone di un metro e novanta. D’altri tempi per quella genuinità che continui a dimostrare nonostante le attenzioni, le lodi, le manifestazioni di ammirazione esagerate (come questa, ad esempio). Ma anche per quel modo di esultare così incredibilmente espressivo di una gioia reale e incontenibile. Come esulteremmo tutti noi.

Devi promettermi che tutto questo resterà. Che sarai uno di quelli che vengono ricordati e non uno dei tanti che fra qualche mese comincerà a puntare i piedi per avere più soldi e poi più soldi ancora, andando qua e la di club in club in giro per l’Europa. Sei giovanissimo, di soldi ne guadagnerai tanti, fregatene del milione in più e del milione in meno, almeno per ora. Fra cinque anni ne avrai ventiquattro, l’età in cui molti tuoi colleghi sono ancora considerati promesse mentre tu invece potrai avere cinque anni da titolare, in Serie A, in Champions e probabilmente anche in nazionale. Se a quel punto vorrai avrai altri dieci anni per guadagnare i milioni in più, ma ora non ci pensare. Concentrati sulla gloria, chè i soldi arriveranno già in estate, meritati come saranno tutti quelli che guadagnerai in carriera.

Devi promettermi anche che non diventerai uno stronzo borioso. Che sarai sempre concentrato più sul campo che sull’ostentazione di chissà cosa. Sei in una generazione che può farci godere davvero, può regalarci gioie e bellezza. Tu, Chiesa, Donnarumma, Cutrone, Bernardeschi, Romagnoli, Pellegrini, Barella ma anche Conti, Calabria, Mancini, Tonali, Pellegri e altri che dimentico avete l’opportunità di essere la new wave del calcio italiano. Una serie di atleti talentuosi e innamorati del pallone, giocatori completi e favolosi che non si sono mai visti prima nella storia, un nuovo prototipo di calciatori. Tutti più o meno professionali, con la testa a posto e i piedi ben saldi negli scarpini. Coperti di soldi, eh, che tanto pagano gli sponsor. Anzi, spillategliene il più possibile.

Avete questa responsabilità: spazzare via la nostalgia. Abbiamo tutti amato e ancora abbiamo negli occhi la classe di Del Piero, Totti, Baggio, Vieri, Cannavaro, Maldini e gli altri, ma voi potete essere un’altra cosa, in un calcio molto più difficile. Non più i loro eredi ma nomi a rilievo sulla pietra con cui paragonare i futuri giovani. Dateci questa nuova generazione di fenomeni che qui c’è da combattere contro orde di zombie nostalmagici capaci di credere davvero che Hubner e Zampagna oggi farebbero venti gol a testa in Serie A e noi non possiamo rispondere con Pellé e Giaccherini.

Nicolò, parliamoci chiaro, mi stai mettendo nella condizione in cui mi trovavo da adolescente quando mi attaccavo il poster di Giannini in cameretta. Sto seriamente pensando di liberare una parete per metterne uno tuo, appiccicato con lo scotch direttamente al muro che poi quando lo stacco rimangono i segni (solo che stavolta mi picchierà la mia ragazza e non mia madre). Ci stai mettendo in difficoltà, qui ci scriviamo la sera dopo le tue partite ed è tutto un imprecare per quanto sei forte. E non solo con altri romanisti eh, ci scriviamo con gli altri della redazione, con juventini, napoletani, perfino laziali, perché il campanilismo è una cosa e il campo è un’altra. Sembriamo tutti ragazze quattordicenni nei primi ’90 che parlano dei Take That. E la cosa ci piace un casino.

Per finire, preparati perché ad ogni azione corrisponde sempre una reazione e a ogni ondata d’amore corrisponde sempre una risacca di odio, più o meno impetuosa. Già ci sono i detrattori, tra gli “andateci piano” o i “non ha ancora fatto niente” fino ai “è un fortunato” o i “secondo me tecnicamente non è niente di che, è solo molto pubblicizzato“. Questa è robetta rispetto a quello che ti toccherà subire, specialmente quando il tuo solo giocare da Dio non basterà agli addetti ai lavori e andranno a cercare la tua ragazza, i tuoi amici, a farsi riportare cosa hai fatto la sera, dove sei stato, cosa hai mangiato. Ce li avrai sotto casa con le macchine fotografiche, intorno a farti domande fastidiose. Poi avrai gente che ti fischia, altri che ti insultano. Useranno tua mamma per fare un coro, stanne pur certo. Non ti deprimere, non ti offendere, non ti innervosire: fa tutto parte del gioco. Chiedi consiglio ai più grandi, fatti raccontare cosa succederà e prevedi. Non ti far cambiare. Arriverà un momento in cui sbaglierai partite, gol, rigori. Magari ti beccherai un’espulsione, ti metteranno in una polemica per una simulazione e dovrai lottare per toglierti la nomea (chiedi a Chiesa). Sbattitene, mantieni quella gioia, quell’urlo in corsa verso i tifosi.

Questa dichiarazione d’amore è finita. So che oscilla tra il paternalistico e l’onanista, è che vivo proprio questa condizione. Da una parte vorrei farti da scudo ed aiutarti a non soffrire, dall’altra le tue giocate mi provocano degli orgasmi potentissimi. È una sensazione strana, la devo indagare. Forse sono Zaniolosessuale, non lo so. So solo che finchè continuerai così noi saremo tutti un po’ felici.

Saluta tutti a casa.
Ciao.

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