Lo sguardo annebbiato, i denti digrignati, la fronte madida di sudore e le ferite che corrono lungo le linee dei muscoli del corpo.
Questo è più o meno lo schema fisico che disegna gli avatar di Empoli, Frosinone, Chievo Verona, Bologna e tutte le altre squadre fino al quattordicesimo posto, attualmente occupato dalla SPAL.
Nel mezzo ci sono – oltre alle già citate – pure l’Udinese e il Cagliari.
Tutte incastrate in un girone infernale in cui ci si picchia forte, un misto fra la tensione del finale de Il buono, il brutto e il cattivo e la violenza di un qualsiasi film di Bruce Willis.
Come pistoleri inguaiati in una noiosa lite di gruppo, ognuno cerca di salvare la pelle secondo il motto mors tua vita mea, un classico del tema della sopravvivenza.
La Serie A, se escludiamo l’ultimo posto, da anni tiene aperto il discorso sopravvivenza nella massima serie fino alle ultimissime giornate. E non sempre ciò ha coinvolto solo le piccole squadre.
Negli anni hanno assaporato questo territorio angusto e spregevole il Palermo, la Fiorentina, il Genoa, la Sampdoria e il Torino.
Insomma, non solo la piccola provincia.
Quest’anno il paradigma battagliero si ripete con nuovi protagonisti (meglio noti come vecchie conoscenze): il terzetto di fondo coinvolge il Chievo Verona (che per le altre squadre è diventato una sorta di gattaccio sempre fra i piedi – chiedere al Napoli e alla Roma), l’Empoli (sempre contraddistinto da una calma apparente anche quando il mondo sta per finire) e il Frosinone (squadra della provincia più indie d’Italia).
Con loro se la dovranno vedere altre squadre che non sembrano troppo distanti dagli attuali 18 punti dell’Empoli, terzultima in coabitazione con il Bologna.
Ecco allora disegnati tre ipotetici scenari conclusivi di questa ultra provinciale lotta per rimanere in Serie A.
Scenario numero uno: sovversione totale
Il Chievo ingrana. Mister Di Carlo e il suo pizzetto hollywoodiano stanno scompigliando i piani dei vari Genoa e Bologna con una serie preoccupante di risultati utili consecutivi.
Dopo aver vinto gli scontri diretti con Udinese e Genoa, i clivensi di Sorrentino, Hetemaj, Stepinski e …ancora Stepinski, bloccano con un abitudinario 0-0 casalingo la truppa rossonera di Gattuso.
Questa partita sarà ricordata come il giorno in cui Lucas Paquetà ha capito il concetto di calcio fisico in Italia.
Di Carlo perde con il Napoli ma pareggia a San Siro con l’Inter e all’ultima giornata, dopo aver perso con la Sampdoria, c’è uno scontro thriller allo Stirpe di Frosinone.
Qui si sviluppa lo sliding doors stagionale per i due club.
(nota dell’autore: nel periodo di post modernismo letterario e nell’era di Bandersnatch io, l’autore Riccardo Belardinelli, richiamo l’attenzione del lettore. Qualora volesse che il Frosinone vinca contro il Chievo vada direttamente al paragrafo successivo; se invece vuole vedere i ciociari perdere contro i clivensi può continuare con questa lettura lineare).
Il Chievo vince – doppietta di Stepinski e terzo gol di … Stepinski – e il Frosinone ha già un piede e mezzo in Serie B: ai ciociari non sono bastate le tre vittorie consecutive (e quattordici cartellini gialli di conseguenza), né il gran gol di Chibsah nell’1-1 contro il Napoli.
Ma alle 18 si gioca Bologna-Napoli e proprio i partenopei aiutano i frusinati.
Battono a domicilio il Bologna e grazie alla differenza reti il Frosinone è in Serie A per un altro anno. De Laurentiis non rilascia dichiarazioni stampa per cinque giorni consecutivi.
E l’Empoli ke fa!!1!??
I toscani hanno cambiato allenatore dopo aver preso cinque gol dal Milan a San Siro.
Corsi non ha digerito la doppietta di Borini e ha richiamato Andreazzoli.
Con il nuovo-vecchio-ancora nuovo-simpatico-very trendy allenatore toscano, l’Empoli si rimette in sesto e vince tre partite di seguito. Caputo viene sondato dalla Lazio per la prossima stagione ma rimane concentrato sul campionato e chiude a quota diciassette gol.
Fondamentale è la vittoria nella partita contro la SPAL, in cui gli emiliani perdono al Castellani e vengono sbeffeggiati dai tifosi dell’Empoli: dopo questo gesto Semplici si dimette (“E’ il punto più basso della carriera” risponde il mister dei biancoazzurri a una domanda.)
In Serie B va proprio la SPAL e Petagna, che aveva sfiorato la mitica quota di dieci gol in Serie A, a fine campionato, dopo aver preso notizia della matematica retrocessione, si stende e piange.
I compagni cercano di tirarlo su ma è inutile: dove potrà trovare un’altra squadra di provincia che sia non troppo distante dai Navigli e i suoi locali?
Gli altri emiliani a retrocedere sono i bolognesi, che Mihajlovich giustifica dicendo: “Io ho detto di essere in Romagna, non in Emilia. In un’altra dimensione saremmo salvi.”
Poi, tristemente, retrocede anche l’Udinese.
È triste perché lo Stadio Friuli è davvero bello e sarebbe uno spreco se venisse lasciato ad ospitare gare di Serie B.
Ma la gente continua ad andarci in palestra.
Scenario numero due: sovversione parziale
Stepinski sta per battere il rigore decisivo e Marco Sportiello si appresta a cercare di salvare la sua squadra da una retrocessione che i bookmakers avevano impedito di scommettere per assenza di quote a favore.
L’attaccante polacco, mentre guarda il pallone in attesa che l’arbitro fischi, pensa ai paesaggi che ha visto mentre con il pullman arrivava allo stadio.
“Che bello sarebbe giocare quì, ci sono le colline, Roma non è distante e poi questa musica indie non è così male. Ho deciso sbaglio sto ca**o di rigore e me ne vado da Verona. A fine partita parlo con il presidente”.
Stepinski, ormai ex attaccante nella sua testa, del Chievo
Stepinski sbaglia il rigore mandandolo nel parcheggio dello Stirpe, dsegnando una scena che alcuni cantanti indie hanno immortalato nei loro pezzi: “il tuo rigore mi ha reso migliore/ non come quel panino senza il salmone”. Vabè.
Quindi Frosinone in A e Chievo Verona in B.
Il Bologna riesce a salvarsi perché De Laurentiis ha ritirato la squadra appena saputo che i ciociari sono nella massima serie: fonderà una nuova franchigia in MLS.
3-0 a tavolino per il Bologna e Mihajlovic afferma che effettivamente Destro ha salvato il Bologna grazie ai suoi sei gol stagionali. Dunque il Bologna è salvo.
Lo stesso non può dire il Cagliari, che perde molti scontri diretti e che ha anch’esso cambiato guida tecnica. Maran e il suo secondo Maraner (sic) vengono esonerati, e al suo posto Giulini ha tre nomi differenti: Diego Lopez, diego Lopez e Lopez Diego.
Sceglie il primo, in memoria di quanto fatto lo scorso campionato: il problema è che l’allenatore uruguagio arriva quando la situazione in classifica è già compromessa e dopo aver perso lo scontro diretto con il Genoa, i sardi dicono addio alla Serie A dopo due stagioni consecutive. (In ogni caso Diego Lopez è attualmente l’allenatore del Penarol in Uruguay).
A questo punto, come è intuibile, l’Empoli si aggiudica il premio sedere d’oro della Serie A e si salva anche in questo scenario. I toscani rimangono nella massima categoria nonostante le sessanta reti subite e un pianto di disperazione di Provedel, a cui viene immediatamente rinnovato il contratto dopo non aver sporto denuncia contro la sua difesa.
In questo scenario sono i club di Serie B e i loro tifosi che si compiacciono e si sfregano le mani: finalmente trasferte a Bologna – tutti hanno amici studenti che vivono là, farsi ospitare è un attimo – e a Cagliari, dove se si è fortunati con il calendario, magari è ancora inizio settembre e si fanno due sbracciate al mare.
Il derby di Verona si ritrova invece in Serie B, con i due club di fronte dopo un solo anno dall’ultima volta. Ovviamente, nessuno dei due è contento di vedere l’altro.
Terzo scenario: non succede niente
È quello più probabile e meno fantasioso, e dunque, va letto con altrettanta assenza di ilarità.
La situazione del Chievo Verona è drammatica e nonostante i buoni progressi della squadra i clivensi retrocedono come ultimi in classifica: una retrocessione figlia dell’inadeguatezza della rosa e della penalizzazione.
L’Empoli conduce un duro testa a testa con il Bologna e il Cagliari per mantenere la categoria, ma i gol di Caputo non bastano in primis a salvare la panchina di Iachini e poi a salvare il club.
I toscani tornano in B nonostante il buon gioco espresso da Andreazzoli e la media di un gol segnato a partita.
E allora il Frosinone?
I gialloblu di Baroni annaspano fino a fine marzo ma poi si inventano un incredibile colpo d’orgoglio vincendo tre partite consecutive.
Pareggiano con l’Inter in casa ma sempre allo Stirpe perdono 4-0 con il Napoli in una partita densa di problemi di ordine pubblico. Il colpo psicologico è grande e i laziali non riescono a fare un granché nelle ultime gare di campionato.
Rimangono in Serie A il Genoa, il Bologna, l’Udinese, il Cagliari e la SPAL. Tutte squadre coinvolte fino all’ultimo nella difficile vita della sopravvivenza.
È stata dura per tutti, sia sommersi che salvati come direbbe Primo Levi.
Eppure, a fine campionato, quando i giocatori si abbracciano e ringraziano di essere ancora lì per un altro anno, stanno pensando profondamente.
Pensano a cosa hanno fatto, e a quello che gli ha lasciato questo campionato.
Ma che cosa gli ha lasciato in fondo ?

Nato a Jesi – quella lì vicino Ancona – è laureato in Lettere Moderne a Siena. Attualmente studente di Comunicazione a Milano, è anche Caporedattore a Numero-Diez.it. Condivide la passione per la letteratura americana con il calcio british e la cucina italiana in tutte le sue forme.