Un occhio di riguardo: il cd inciso dalla Serie A nel 2004

Di tutte le iniziative benefiche dei calciatori di Serie A, ‘Un occhio di riguardo‘ è senz’altro la più bella, oltre che la più dimenticata.

Oggi è tutto un fiorire di canzoni sui calciatori o di citazioni di giocatori nelle varie hit rap o hip hop e quant’altro, per non parlare poi delle pagine tipo ‘Battisti canta la Serie A‘.

E se invece fossero i giocatori a cantare?

Correva la stagione 2003-04, quando l’AIC optò per qualcosa di diverso nell’ambito del progetto ‘Trenta ore per la vita‘. Non si sarebbe tenuta la solita partita a andamento lento con qualche vip in mezzo, nessuna comparsata in televisione. Nel 2004 sarebbe uscito un cd in cui i giocatori di Milan, Inter, Juve e quant’altro avrebbero cantato le canzoni più famose della musica leggera italiana.

Nel 2004, infatti, a pochi mesi dall’addio al calcio, Roberto Baggio si sarebbe trovato a gorgheggiare sulle note dei Nomadi. Un imberbe Alberto Gilardino avrebbe cantato Una Splendida Giornata. L’esperto Paolo Maldini si sarebbe trovato faccia a faccia con una hit del primo Jovanotti. E poi: Jay Bothroyd con Eros Ramazzotti, Edmilson Cribari ne Il Gatto e La Volpe, Martin Jiranek a cantare Renato Zero.



Si nota spesso una mancanza di naturalezza nei bei gesti da parte della Serie A – dai, lo avrete notato, gli allenatori con la sciarpa benefica che leggono (male) gli spot durante le interviste post partita ancora incazzati col Var sono inascoltabili.

In quell’occasione, però, complice un bel video, venne fuori tutta la naturalezza e la spensieratezza da parte dei calciatori nostrani. L’obiettivo era raccogliere fondi per gli anziani, ecco perché lo slogan dell’iniziativa era ‘Da noi calciatori un occhio di riguardo‘.

Il cd uscì tra la fine dell’autunno e l’inizio della primavera del 2004, ma il lavoro di registrazione era cominciato un po’ di mesi prima. Prodotto da Sony Music, venne realizzato senza l’ausilio di coristi professionisti.

Cantavano solo i calciatori, nessun altro.

C’era qualche insegnante di canto per aiutarli nell’impresa, e per alcuni stranieri era proprio quello, un’impresa, ma in generale era tutta farina del sacco dei Flachi, Inzaghi, Perrotta e compagnia cantante (questa era pronta da 15 anni).

Certo, nessuno produsse acuti di spessore, così come quasi nessuno provò ad addentrarsi in un ‘assolo’. Facendo attenzione, e spulciando nei cassetti della memoria, si possono riconoscere i propri beniamini sul campo da gioco.


La bonus track (spoiler: non la trovate nemmeno qua sotto) è la Nazionale che canta Azzurro

Nel video promozionale, girato a San Siro di notte, un anziano con movenze da cartone animato sta per tirare un calcio di rigore a un sosia di Simon Pegg. L’anziano si china per raccogliere gli occhiali, sempre in maniera goffa e lenta. Quando inforca le lenti ed è pronto a calciare, la telecamera va su Pegg e poi di nuovo sul vecchietto, che però in quel momento è diventato Roberto Baggio.

Il Divin Codino, a poche settimane dall’addio al calcio, indossa una maglietta che pare un dolcevita (moda di quegli anni, vedi le maglie di Vieri/Brocchi o quelle della Roma). La telecamera lo inquadra poco dopo che ha calciato un vecchio pallone di cuoio. Ovviamente Baggio segna, non è mica un video girato a Pasadena.

Parte poi la voce narrante, forse di Luca Ward: “Per molti anziani la vita è una partita difficile, aiutaci a fargliela vincere“. In sovrimpressione il numero di telefono a cui mandare un sms, perché anche Tim è partner del progetto.

La telecamera si sposta sui testimonial principali dell’iniziativa, tutti rigorosamente con maglia recante il logo (un occhio che al posto della pupilla ha un pallone): il già citato Baggio, poi Francesco Totti, Filippo Inzaghi, Gianluca Zambrotta, Bernardo Corradi e Christian Vieri.

A distanza di quindici anni si nota come tutto il video: acconciature, abbigliamento, riprese, trasuda lo stile dei primi anni Duemila.


Notate come il ballo rilanciato a Striscia da Laurenti e Bonolis (dita a V sull’occhio) andasse di moda in quei bellissimi anni

Qui, però, viene il bello.

Cosa cantarono le squadre di Serie A nel cd?

Esistono video dell’epoca? Si trova ancora in commercio questo capolavoro? Probabilmente si può comprare ancora su siti come IBS o Amazon, mentre video veri e propri della registrazione non si trovano nel variopinto mondo del web. Forse nel deep web, chissà. Un documentario di 7 minuti sulla realizzazione del disco si trova all’interno del cd stesso, e per l’epoca era una novità mostruosa.

Per quanto riguarda le tracce, le 18 squadre della Serie A 2003-04 registrarono ognuna una canzone diversa. Solo Roma e Lazio, in un esperimento che ricorda lo stemma della Lupa Roma, si unirono per La Canzone del Sole di Lucio Battisti. L’intento era distensivo, peccato che solo poche settimane dopo accadde il ‘derby del bambino morto‘.

Adesso indossate le cuffie e immergetevi nelle diciassette interpretazioni più belle della storia della musica e del calcio italiano.



Ancona | Amico è

Sì, questo è quell’Ancona. La squadra più bizzarra della Serie A, quella dei mille giocatori e della retrocessione a gennaio. Mai versi furono meno azzeccati di “l’amico è il più deciso della compagnia e ti convincerà a non arrenderti anche le volte che rincorri l’impossibile“. Peccato, Jardel venne acquistato dopo l’incisione della canzone, scritta e cantata in origine da Dario Baldan Bembo.



Bologna – Si può dare di più

Il trio Morandi-Ruggeri-Tozzi vinse Sanremo nel 1987 con una delle hit più famose del Dopoguerra, mentre il Bologna più mestamente arrivò dodicesimo (perdendo pure con l’Ancona).



Brescia | Io vagabondo

Ma un bimbo che ne sa, sempre azzurra non può essere l’età” è quello che deve aver pensato Baggio nel periodo dell’incisione della canzone dei Nomadi. Proprio in quei mesi decise di dire addio al calcio giocato, superò i 200 gol in A e lasciò tutto e tutti come una grande della musica: Mina.


Chievo | Generale

Il classicone di Francesco De Gregori (non di Vasco Rossi, occhio) per una squadra che, nei quindici anni a venire, avrebbe fatto suo proprio il significato di ‘classico’. Nel 2003-04 era ancora il Chievo dei Miracoli, con Marchegiani e Perrotta a fare i mattatori in studio.


Empoli | Il gatto e la volpe

L’Empoli di quell’anno retrocesse nonostante la presenza in rosa di Di Natale, Rocchi, Foggia e Tavano. Probabilmente, però, molti dei loro colleghi in azzurro erano più tagliati per fare i cantanti, come si nota da questa hit targata Edoardo Bennato. Scherzi a parte, il Flavio Giampieretti del 2004 era perfetto per i Sottotono, Massimiliano Cappellini invece per un duetto con Anna Oxa.



Inter | Balliamo sul mondo

Un’Inter sgangherata – che acciufferà il quarto posto solo in extremis – non può che cantare uno dei suoi tifosi doc, Luciano Ligabue. E così anche il sempre posato Javier Zanetti si scatena, assieme agli insospettabili Emre e Okan. Tra i maestri delle cerimonie anche Lele Adani, difatti se si sente la canzone al contrario si possono ascoltare 3 minuti di “Garra charrua“.


Juventus | Il mio canto libero

Come si vedrà poco più sotto, Lucio Battisti è l’unico cantautore a comparire con due sue opere. La Juventus, inoltre, è l’unica squadra ad avere una maglietta personalizzata: la tenuta tipica da allenamento con la scritta ‘Il mio canto libero’. Nota a margine, Pessotto e Ferrara in borghese non si distaccano troppo da Michele Zarrillo.


Lecce | Come mai

A quindici anni di distanza la sorpresa è l’unico sentimento possibile quando si legge che il Lecce entrò in studio di registrazione per cantare il classicone degli 883. Chi sa il perché di questa scelta, si faccia avanti. Rimane comunque un bell’aneddoto per Vukasin Poleksic e Axel Konan.


Milan | Ciao mamma

In onore al calcio migliore visto in Italia e in Europa all’inizio degli anni duemila, il Milan non può fare altrimenti che cantare “Ciao mamma guarda come mi diverto“. L’interpretazione della canzone di Jovanotti, che ancora non era Lorenzo Cherubini, non è una delle migliori del disco ma è apprezzabile. Seedorf saprà poi rifarsi.


Modena | Diamante

Strano che per dei modenesi venga scelta una canzone di Zucchero, nato a Reggio Emilia e cresciuto calcisticamente nella Reggiana, prima di trasferirsi in Toscana.


Parma | Una splendida giornata

Se al Modena non viene fatto cantare Vasco Rossi poco male, il problema arriva adesso. I rivali del Parma si portano a casa una delle più belle canzoni del Blasco. Comunque, a prescindere dalle polemiche, alla fine ciò che conta è che sia stata una fantastica giornata, morbidaaaaaa.


Perugia | Terra Promessa

Il ‘Perugia degli stranieri’ si trovò, logicamente, a cantare di una terra promessa e di un mondo diverso dove crescere i nostri pensieri. A differenza di Eros Ramazzotti, però, quel Perugia si fermò: sconfitto al playout con la Fiorentina, sparì dalla A.


Reggina | I migliori anni della nostra vita

Il contrasto più grande di ‘Un occhio di riguardo’ è la traccia numero tredici, la Reggina con Renato Zero. In campo era una squadra piuttosto arcigna (Tedesco, Baiocco, Paredes, Mesto, Sottil…), ma al microfono si è resa protagonista della performance più intimista e delicata. E in effetti quelli erano i migliori anni della vita della Reggina.


Roma/Lazio | La canzone del sole

La canzone più facile da suonare alla chitarra per l’abbinamento calcistico più azzardato e difficile d’Italia. Roma e Lazio, clamorosamente unite, riescono a cantare Lucio Battisti senza scatenare risse o quantomeno diverbi. Giannichedda, D’Agostino, Liverani, Zotti, Couto e Emerson tutti assieme appassionatamente.


Sampdoria | Quattro Amici

Un classico di Gino Paoli, genovese doc, per la squadra che geograficamente è più vicina al Festival di Sanremo. Alla registrazione ha partecipato Atsushi Yanagisawa; non è dato sapere cosa abbia provato in quell’istante, si sa solo che in Italia ha più canzoni incise che gol fatti.


Siena | L’anno che verrà

La scelta di far cantare Lucio Dalla a una squadra che non sia il Bologna è ancora oggetto di studio in alcuni atenei della penisola. Rimane il fatto che Enrico Chiesa, flemmatico come Pierangelo Bertoli, e i suoi compagni di squadra di allora ci regalano una perla storica per la città, alla stregua del crac del Monte dei Paschi.


Udinese – Nel blu dipinto di blu

Qual è il numero di numero di Erdős (o di Bacon, o di Erdős-Bacon) tra Domenico Modugno e Dino Fava Passaro o Carsten Jancker? I gradi di separazione sono pochi e dobbiamo ringraziare il Campionato Aic per la Solidarietà per un aneddoto da tramandare ai posteri.


Complimenti per la pazienza (e grazie per l”aiuto’) al canale YouTube TheRisingHomeland. La passione per la ricerca di queste canzoni rasenta il feticismo


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